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Data: 07/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Aree di crisi, Cigs prorogata e 500 euro per i disoccupati

ROMA Un anno in più di cassa integrazione straordinaria per dare modo alle imprese di portare a termine i processi di ristrutturazione e non avere l'angoscia di dover lasciare i dipendenti senza sostegno al reddito. Un sussidio di 500 euro al mese per i prossimi 12 mesi per chi il lavoro, invece, lo ha già perso ed ha esaurito anche tutte le possibilità di ammortizzatori sociali, mobilità e Naspi. Il pacchetto di sostegno per le aree di crisi industriale complessa, che coinvolge circa 35-40.000 persone, è pronto e ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, lo ha illustrato ai sindacati. Sarà varato dal consiglio dei ministri entro metà settembre con il provvedimento correttivo del Jobs act. Conprenderà anche il prolungamento di un mese dell'assegno di disoccupazione per gli stagionali nel settore turismo e terme.
LE RISORSE Per le tre misure il governo stanzia 370 milioni: 85 per la proroga della cigs, 150 per il sussidio di 500 euro, 135 per gli stagionali. Ma in realtà, visto che si prevede anche un ulteriore contributo delle Regioni interessate, si supereranno i 400 milioni di euro. Si chiude così il primo dei due tavoli di confronto, avviato nei mesi scorsi, tra il ministro del Lavoro e Cgil Cisl e Uil. Un risultato che dà sicuramente un po' di sollievo a chi stava vivendo con terrore l'avvicinarsi della data di scadenza degli ammortizzatori (la riforma Fornero ha abolito la mobilità dal gennaio 2017 e ridotto la durata della cigs e dell'assegno di disoccupazione), ma che comunque i sindacati considerano solo un primo passo verso un accordo più strutturale di riforma del sistema degli ammortizzatori, in vista del quale la settimana scorsa hanno siglato con Confindustria un accordo già inviato al governo contenente una serie di proposte. Ed ecco che i commenti sono all'insegna della cauta soddisfazione. Le misure annunciate - dice Gigi Petteni, segretario confederale Cisl, sono «una buona notizia» anche se «siamo alle prime risposte e il lavoro deve ancora continuare». In casa Uil, Guglielmo Loy parla di «aspirina per curare la febbre alta». Ma poi conviene: «È comunque un primo passo per un intervento complessivo». Più critica la Cgil che giudica le misure per i lavoratori delle aziende in crisi «parziali, non sufficienti», e stronca quella relativa agli stagionali: «Una mancia».
Che si tratti comunque solo di un primo step verso un intervento più strutturale che vada oltre i confini delle aree di crisi complessa, lo pensa anche il ministro Poletti. Che sottolinea: gli interventi appena varati «sono coerenti con il documento firmato da Confindustria Cgil Cisl e Uil», il quale comunque presto «sarà approfondito in un confronto specifico per dargli le gambe su cui camminare»
LE NOVE AREE La proroga di un anno della cigs vale per i lavoratori delle 9 aree di crisi industriale conclamata: Trieste, Piombino, Livorno, Piceno-Val Vibrata, Rieti, l'area molisana di Venafro-Campochiaro-Bojano, Taranto, Termini Imerese e Gela. Sono le aree dove le aziende combattono con la riconversione a seguito della sovrapproduzione mondiale dell'acciaio, ma non solo (nel Molise sono coinvolte aziende tessili e alimentari, in Sicilia ancora non si è risolto il problema dell'addio della Fiat). La proroga, in vista del rientro nelle fabbriche, sarà a scorrimento rispetto alla data di scadenza (che deve essere entro il 2016).
IL SALVAGENTE Negli stessi territori arriva anche il salvagente per i lavoratori già in esubero, che hanno esaurito sia la mobilità che il trattamento di disoccupazione (Naspi): in questi casi (e sono la maggior parte) sarà erogato un sussidio di 500 euro al mese per 12 mesi, periodo durante il quale i soggetti coinvolti dovranno essere disponibili ai percorsi di formazione e riqualificazione messi a punto dalle Regioni (che potranno contribuire al sussidio con un ulteriore 20%).
È esteso all'intero territorio nazionale, invece, l'intervento per gli stagionali del turismo e delle terme: riguarda quelli ricorrenti (che abbiano cioè avuto contratti negli ultimi tre anni) e prevede l'allungamento da tre a quattro mesi del trattamento di Naspi, l'assegno pari al 75% dell'ultima retribuzione con un massimale di 1.300 euro mensili.
Ieri Poletti ha anche annunciato 1,5 miliardi di euro nel 2017 (1 miliardo è già stanziato) per gli interventi di lotta alla povertà.

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