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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Aca, i sindaci alla battaglia dell’acqua. L’attuale manager ha risanato i conti, D’Alfonso con il rivale. La Cgil: «Non serve spendere 30 milioni per i nuovi depuratori»

Servono davvero nuove opere milionarie per una efficace gestione del ciclo idrico integrato, l’azione di contrasto agli scarichi abusivi, gli sversamenti nel fiume e in mare? O serve operare in continuità con l’attuale gestione dell’Aca, senza smantellare il piano di risanamento finanziario e il programma di interventi in atto? Alla Cgil è questa la domanda che viene girata ai 64 sindaci soci dell’Azienda consortile acquedottistica. Nelle giornate di oggi e di domani saranno chiamati ad eleggere il nuovo amministratore unico facendo valere le rispettive quote: l’assemblea è convocata per le 9 nella sede di Confindustria di via Raiale e si annuncia come il giorno dei lunghi coltelli. I candidati sono 22, lo scontro vero è però tra l’uscente Vincenzo Di Baldassarre, che due anni fa fu messo a capo dell’azienda in un momento drammatico (arresto del predecessore per presunti tangenti) e Gianfranco Leombroni, tecnico dalla lunga esperienza manageriale e fedelissimo del governatore D’Alfonso. Di Baldassare non ha proposto la sua candidatura ma il centrodestra e parte del Pd spingono per la riconferma. La Cgil non si schiera. E’ anzi piuttosto critica sul dibattito in corso, con il segretario regionale della Filcitem, Aldo Ronca, che dice: «Tutto è impostato sulla governance manon si entra nel merito delle questioni. L’azienda ha toccato punti neri. L’attuale presidente è intervenuto in una situazione di disastro, in questi due anni sono stati fatti passi in avanti». Ma dopo la dovuta premessa: «Non abbiamo verità in tasca, abbiamo però ascoltato il parere di alcuni esperti e vanno tutti in un’unica direzione. Ci hanno spiegato che i problemi non si risolvono spendendo 30 milioni per i nuovi depuratori di Pescara e Spoltore, una indicazione per altro già scaturita nel recente dibattito fatto alla Festa de L’Unità, dove tecnici come Preziosi, Damiani, Leombroni, hanno chiarito che il problema vero non è il depuratore di Pescara ma la separazione delle acque bianche da quelle nere. Dunque i problemi - insiste Ronca - si possono risolvere con aggiustamenti sulle strutture già esistenti e dando impulso agli altri impianti, come quello di San Martino, che oggi lavora al 40% delle sue potenzialità. E poi, costruire il nuovo depuratore significa dover smantellare quello vecchio e bonificare l’area, operazione che richiede tempo e l’impiego di ingenti risorse. Il caso Bussi insegna».
CASO BUSSI «Le nostre domande - incalza Ronca - sono queste: la gestione delle tariffe modulate in base al reddito, lo spreco del 50% della risorsa idrica nelle condotte, il corretto utilizzo del personale in pianta organica. Su questa base proponiamo ai sindaci di aprire un confronto sulle questioni concrete: se l’insediamento del nuovo amministratore unico dovesse slittare di 20 giorni non sarebbe certo un dramma». Giampiero Leombroni conferma che il depuratore di San Martino è ancora una risorsa da sfruttare: «Conosco bene quell’impianto, l’ho progettato io quando ero al Consorzio di bonifica di Chieti e fu realizzato per soddisfare il fabbisogno di 145mila abitanti. Peraltro il collegamento con Spoltore e San Giovanni Teatino, allo scopo di alleggerire il depuratore di Pescara, è già previsto. Ma assieme ai problemi tecnici bisogna tenere conto di quelli amministrativi, inerenti in questo caso allo smaltimento dei fanghi. La mia attesa? Sono sereno. Se dovrò amministrare l’Aca lo farò con spirito di servizio, altrimenti non sarà questo a togliermi il sonno». La conta dei voti, preceduta come sempre da una fitta rete di contatti carbonari tra i grandi e i piccoli elettori, è già iniziata. Sulla vicenda interviene il capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, che contesta l’interessa nella vicenda della Regione: «La governance Aca è un fatto che riguarda i Comuni pescaresi, teatini e teramani che delle loro scelte, che dovrebbero liberamente assumere, risponderanno ai loro cittadini».

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