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Pescara, 25/07/2024
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Data: 12/09/2016
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Pensione anticipata? La misura vale anche per gli statali (e non solo). Boeri (Inps) rilancia l’idea di un «contributo» per vitalizi e assegni alti. La risposta del governo: «Ricalcolo? Si rischia di mettere le mani nelle tasche sbagliate. Ci siamo fermati»

Potrà essere utilizzato anche dai dipendenti pubblici l’Ape, l’anticipo pensionistico allo studio del governo che permetterà, ai nati tra il 1951 e il 1953, di lasciare il lavoro tre anni prima di quanto previsto dalla Legge Fornero. «L’anticipo pensionistico - dice il sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini, intervistato dal programma di Rai3 Presadiretta - è per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale. Quindi vale per gli autonomi, per le partite Iva della gestione separata, artigiani, commercianti». Nell’intervista, in onda stasera, Nannicini non cita espressamente i dipendenti pubblici. Ma, dopo qualche oscillazione nelle settimane passate, ormai è certo che la misura riguarderà anche loro. Su Rai3 Nannicini conferma le altre anticipazioni pubblicate nei giorni scorsi dal Corriere. Per chi decide volontariamente di lasciare il lavoro prima, il taglio dell’assegno lordo sarà del 5% per ogni anno di anticipo, il 6% sull’assegno netto.
Nannicini fa due esempi, tutte e due con l’ipotesi di una pensione da mille euro al mese. «Per chi lavora - dice il sottosegretario - un anno di anticipo costerà una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni». Mentre il costo tenderà a zero per chi è disoccupato, disabile, oppure svolge quelle attività «gravose», come l’operario edile o l’infermiere, che cominceranno a essere definite nell’incontro di stamattina fra governo e sindacati, che riapre il tavolo della concertazione dopo la pausa estiva. «Se la persona è meritevole di tutele - dice ancora Nannicini - perché disoccupato, fa lavori rischiosi (...) magari ha un disabile in casa, in tutti questi casi il costo è zero». Il taglio zero sull’assegno riguarderà, per le categorie tutelate, tutte le pensioni al di sotto dei 1.500 euro lordi al mese. La maggior parte, visto che oggi sono l’80% del totale. Per le pensioni più alte il taglio ci sarà e salirà fino a un massimo del 3% l’anno per chi prende 3 mila euro.
Nannicini conferma anche l’intervento sulla quattordicesima, l’assegno in più incassato da chi prende meno di 750 euro lordi al mese. Il limite salirà a mille euro, comprendendo un altro milione di pensionati, anche se con un importo più basso di quello attuale, 400 euro invece di 500. Chi la quattordicesima già la prende vedrà salirne l’importo fino al 20%. Sempre intervistato da Presadiretta, il presidente dell’Inps Tito Boeri dice che il «problema è l’equità non la sostenibilità». E torna alla carica contro i vitalizi e sulle pensioni alte con la sua proposta di «chiedere un contributo che potrebbe alleggerire i conti». Una strada già scartata dal governo, conferma Nannicini: «Questi ricalcoli non sono semplicissimi», il «rischio di mettere le mani nelle tasche sbagliate è troppo grosso. Abbiamo deciso di fermarci».

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