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Pescara, 25/07/2024
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Data: 13/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Lavoro, in crescita gli occupati. Nel secondo trimestre +189mila posti, +439mila nell’anno. Il governo: «Merito del jobs act»

ROMA La battuta d’arresto dell’economia italiana nel secondo trimestre non frena la creazione di posti di lavoro, ma a crescere - adesso - sono soprattutto i contratti a termine. «Nel secondo trimestre 2016 più 189mila posti di lavoro. Da inizio nostro governo: più 585mila. Il #JobsAct funziona», scrive il premier, Matteo Renzi, su Twitter, rilanciando i dati del rapporto Istat. L’istituto di statistica registra, in un anno, 439mila occupati in più, 109mila disoccupati in meno e un primo calo anche dei Neet, i ragazzi che non studiano e non lavorano: sono 252mila in meno rispetto al secondo trimestre 2015 ma rappresentano ancora il 22,3% dei giovani tra i 15 e i 29 anni. Tre anni fa, all’apice della crisi, erano il 25%. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, attribuisce questa riduzione dei Neet alle «opportunità prodotte dal programma Garanzia Giovani» e afferma che «prosegue il miglioramento della qualità del lavoro» con un aumento, nell’arco di dodici mesi, delle transizioni verso il lavoro a tempo indeterminato, in particolare per i dipendenti a termine e i collaboratori, e una crescita del flusso dalla disoccupazione verso l’occupazione. Le opposizioni non potrebbero essere in maggiore disaccordo. «Il jobs act è evaporato appena i costosi incentivi del governo sono stati diminuiti», si legge sul blog di Beppe Grillo, che parla di Italia in rovina. Il blog indica, come esempio, l’aumento dei licenziamenti del 17,8% nel secondo trimestre rispetto al primo, comunicato nei giorni scorsi dal Ministero del Lavoro. Entra nella polemica anche la responsabile Comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, che cita i dati Istat relativi a luglio, quando gli occupati sono calati dello 0,3% rispetto a giugno, e afferma: «La tendenza positiva si è interrotta ma il Pd non se ne è ancora accorto o finge di non accorgersene». Anche dal fronte sindacale la Cgil, con Riccardo Sanna, giudica i dati sul secondo trimestre «rilevazioni già superate da quelle non positive di luglio» e afferma che «non esiste alcuna statistica che dimostri che il jobs Act abbia funzionato». Sulla stessa linea, il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni concorda che «la riduzione dell’incentivo tra 2015 e 2016 ha fatto perdere appeal al contratto a tutele crescenti» mentre, per la Uil, Gugliemo Loy ritiene che il tema vero sia «la crescita bassa e insufficiente» perchè «con un Pil quasi immobile è complicato aspettarsi una risalita significativa del tasso di occupazione». Da Confindustria, arriva, invece, un incoraggiamento al governo e il presidente, Vincenzo Boccia, invita l’esecutivo ad “andare avanti” su questa strada perchè gli effetti positivi sul mercato del lavoro del jobs act non sono esauriti. Nuovi dati sono diffusi anche dal Tesoro e dall’Ocse. Il ministero dell’Economia indica un calo delle nuove partite Iva a luglio dell’8,4% rispetto all’anno precedente mentre l’Ocse sottolinea che, sempre a luglio, l’Italia vede il maggiore calo del tasso di disoccupazione (11,4%) nell’Eurozona dopo la Spagna.

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