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Pescara, 25/07/2024
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Data: 13/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Addio commissariamento sanità, il 15 la conferenza Stato-Regioni

PESCARA Sarà il giorno del verdetto per la sanità abruzzese, dopo sette anni di commissariamento che hanno portato ogni scelta del territorio sotto la lente d'ingrandimento del tavolo nazionale di monitoraggio: conti da risanare e tanti compiti a casa da fare prima del ritorno alla normalità, al libero arbitrio della politica. Giovedì 15 settembre, nella Conferenza Stato Regioni, il Consiglio dei Ministri esprimerà il parere sul Piano di riqualificazione del sistema sanitario abruzzese deliberato dalla Giunta D'Alfonso. Dopo quest'ultimo passaggio, che figura al terzo punto di un lungo ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni, l'Abruzzo dovrebbe fare rientro a casa con il decreto firmato dal premier Renzi che sancisce l'uscita dal commissariamento.
IL PERCORSO Un lungo percorso iniziato con il governo Chiodi, il primo commissario-governatore della Regione, e proseguito nel 2014 con Luciano D'Alfonso, mentre all'assessore alla Programmazione sanitaria e al Bilancio, Silvio Paolucci, veniva assegnato il compito di tessere questa sorta di tela di Penelope che si creava di giorno per essere disfatta la notte dai cosiddetti portatori di interesse: comitati dei punti nascita, organizzazioni sindacali e di categoria, resistenze dei territori, posizioni di rendita della politica. Fra due giorni dovrebbe essere fatta. Il nuovo Piano sanitario regionale riguarda soprattutto la riorganizzazione della rete ospedaliera secondo le disposizioni contenute nel Decreto 70 del Ministro Lorenzin. Razionalizzazione dei costi e dei servizi per la maggioranza, tagli indiscriminati sulla rete emergenza-urgenza, i punti nascita e i presidi territoriali, secondo le opposizioni. Uno scontro che dura appunto da due consiliature in Regione, a parti invertite.
Paolucci difende il suo piano ricordando che rispetto alla precedente organizzazione è stato mantenuto lo stesso numero di posti letto per acuti nelle quattro Asl, mentre per l'ex commissario-governatore Gianni Chiodi, l'uomo dello scontro con i signori delle cliniche, la nuova riorganizzazione della sanità abruzzese fa ripiombare la regione negli antichi vizi clientelari e di sprechi delle risorse.
OSSERVAZIONI Sempre Paolucci fa però osservare che nel settore privato i posti letto rimangono invariati: 553 per acuti, 47 per la lunga degenza, 389 per la riabilitazione. Totale: 989. Ma la vera rivoluzione è sulla riorganizzazione della rete ospedaliera sul territorio, con la presenza di un presidio di secondo livello (la connessione degli ospedali di Chieti e Pescara), 2 di primo livello ad alta specializzazione (L'Aquila e Teramo), 3 di primo livello standard (Lanciano, Vasto e Avezzano), 4 di base (Giulianova, Sant'Omero, Atri, Sulmona), 2 ospedali di area disagiata (Penne e Castel di Sangro). Quello di Popoli ospiterà invece il primo centro pubblico regionale di riabilitazione, mentre il presidio di Ortona, una eccellenza in campo oncologico, rafforzerà questa sua vocazione specialistica sia come oncologia ginecologica che come Brest Unit per il trattamento della mammella, oltre a diventare punto di riferimento della dermatologia e della procreazione medicalmente assistita. Cambio di pelle anche per l'ospedale di Atessa, che ospiterà pazienti anziani e fragili dopo la riqualificazione della struttura. Diventano ospedali di comunità i presidi di Tagliacozzo, Casoli, Pescina, Gissi e Guardiagrele. La loro mission sarà implementata con una rete di emergenza h24 e specializzazioni diverse, dalla chirurgia ambulatoriale alla riabilitazione.

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