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Pescara, 25/07/2024
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Data: 15/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Pensioni, il nodo dei lavoratori precoci. Poletti: «I costi sono alti. Occorre fare i conti». Il 21 incontro al ministero. I sindacati: «L’accordo? Tirino fuori i soldi»

ROMA L’incontro governo-sindacati sulle pensioni si terrà il 21 settembre al ministero del Lavoro. Giuliano Poletti e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, cercheranno di accorciare le distanze che ancora li separano. Ed è il nodo dei lavoratori precoci (quelli che hanno iniziato a lavorare prima di aver compiuto 18 anni) uno dei più intricati da sciogliere in vista dell'incontro. Lo ha ammesso ieri il ministro del Lavoro, che ha parlato di problema «molto difficile, perché ha un livello di costo molto alto». E ha aggiunto che per trovare una soluzione «occorre fare i conti». Secondo i dati Inps sono circa 3,5 milioni le persone che hanno almeno un anno di contributi versati prima dei 18 anni. Secondo alcune stime le persone che possono essere considerate precoci e hanno almeno 41 anni di contributi (ma non i 42 e 10 mesi necessari per l’uscita per la pensione anticipata) potrebbero essere circa 80 mila. Se si consentisse a tutti di uscire con 41 anni la spesa sarebbe insostenibile. Per questa ragione, è probabile che si valuteranno criteri più stringenti. È probabile che si chiederanno almeno due anni di contributi prima dei 18 anni di età e che si definiranno sconti legati ai contributi versati prima dei 18 anni. Per la leader della Cgil, Susanna Camusso, il nodo dei lavoratori precoci sarà la chiave della trattativa con il governo. Mentre il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, va subito al sodo: «Tirino fuori i soldi e troveremo le soluzioni per i lavoratori precoci e per tutti gli altri». Si arriverà ad un accordo con i sindacati sul tema delle pensioni? «Non sono un mago» risponde Poletti, ma è chiaro che tutto dipenderà dalla quantità di denaro che il governo riuscirà a mettere sul tavolo. Il lavoro fatto finora, (c’è una convergenza di massima sull’anticipo pensionistico, Ape) comunque, soddisfa il ministro, che parla di un «lavoro approfondito» che ha reso chiari quali siano i problemi e le possibili soluzioni. «Poi ognuno farà le sue valutazioni. Il 21 è un’occasione per fare una sintesi della discussione e valutare anche le cifre» precisa Poletti, per il quale la no tax area dei pensionati va equiparata a quella dei lavoratori dipendenti: «È giusto portare la soglia al giusto livello». Sulle pensioni per Poletti oggi si sta facendo «un primo passo importante» dopo che «per un lungo periodo sono state il bacino in cui andare a pescare». «Adesso invece - sottolinea il ministro - diciamo che non si vanno a prendere i soldi ai pensionati da nessun punto di vista». Il tema dei lavoratori precoci è stato rilanciato da Susanna Camusso: «Mi fa piacere che inizino a fare i conti su un tema che è aperto da lungo tempo. Questo è un punto chiave per capire se arrivano le risposte oppure no». Al coro si aggiunge il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: «Tirino fuori i soldi e troveremo le soluzioni per i lavoratori precoci e per tutti gli altri. Senza soldi non si chiude, io mi auguro un accordo perché sarebbe un’inversione di tendenza politica di un governo che non ci ha mai ascoltato». Più ottimista la leader della Cisl. «Spero tanto che sia una giornata conclusiva di un grande lavoro che è stato fatto» taglia corto Anna Maria Furlan.

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