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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Sanità, stop al commissariamento. L’Abruzzo è la prima regione in piano di rientro a riprendere in mano la programmazione del settore

PESCARA Il Consiglio dei ministri ha approvato la fine del commissariamento della sanità della Regione Abruzzo. «Ci riprendiamo il nostro destino» ha detto ieri pomeriggio un raggiante Luciano D’Alfonso all’uscita da Palazzo Chigi, dove con l’assessore regionale Silvio Paolucci aveva preso parte alla seduta del governo. «Siamo la prima Regione uscita da un commissariamento durato nove anni», ha aggiunto il presidente della Regione, «abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi sia di riordino dei conti che di performance per qualità e quantità di servizi alla salute». Ma «la fine del commissariamento non significa arbitrio», ha avvertito D'Alfonso «ma cultura della programmazione, valorizzazione del significato dei dati: faremo sì che si inauguri una nuova stagione di investimenti, innovazioni, formazione del capitale umano e diritti della salute sostenibili». Nella mattinata era arrivato anche il parere positivo della Conferenza delle Regioni sulla delibera della Giunta regionale sul Piano di riqualificazione del Sistema sanitario abruzzese 2016-2018. In sostanza il via libera all’attivazione della procedura per l’uscita dalla tutela governativa. «L’Abruzzo è la prima Regione che esce dal commissariamento», ha commentato il governatore della Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, «è stato fatto un grande lavoro da parte della sanità abruzzese e da parte delle Conferenza delle Regioni che l’ha supportata. È un buon risultato, un segno che le Regioni possono essere efficaci, efficienti e funzionanti, se si fanno funzionare». «E' un risultato che ci riempie d'orgoglio», ha commentato l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, «frutto di un lungo lavoro, che negli ultimi due anni ha visto questa amministrazione regionale lavorare senza sosta per restituire agli abruzzesi la gestione della sanità. Ci sono stati momenti difficili, ma tutte le scelte che sono state prese, avevano l'unico obiettivo di migliorare la qualità dell'offerta sanitaria ai nostri utenti». Strada lunga quella del piano di rientro, iniziato nel 2008 con il commissario Gino Redigolo, continuato con Gianni Chiodi e la subcommissaria Giovanna Baraldi (che nel 2010 portarono il bilancio della sanità in pareggio), e conclusa con D’Alfonso, il subcommissario Giuseppe Zuccatelli coadiuvati dall’assessore Paolucci. Che elenca i fattori che hanno portato alla fine del commissariamento. «Tra il 2014 e il 2016», dice Paolucci, «l'assessorato regionale alla sanità ha collaborato con la struttura commissariale, operando principalmente su 5 ambiti di intervento: la programmazione sanitaria, la riorganizzazione delle reti del servizio sanitario regionale, la definizione dei percorsi assistenziali, l'aspetto economico-finanziario, il miglioramento dei livelli essenziali di assistenza (i Lea). Per quanto riguarda la programmazione sanitaria, negli ultimi tre anni, oltre al piano di riqualificazione del sistema sanitario regionale (che ridisegna completamente l'architettura dell'organizzazione abruzzese), la Regione ha approvato il piano di prevenzione 2014-2018, i protocolli Sten e Stam, oltre all'istituzione del registro regionale dei tumori. Accanto a questi strumenti, sono state varate misure che hanno contribuito al miglioramento della gestione, come la dematerializzazione delle prescrizioni farmaceutiche, il contenimento della spesa per il personale, l'erogazione dei farmaci "off label" per le malattie rare». Sul fronte della riorganizzazione delle reti, insiste Paolucci, «l'Abruzzo è stata la prima Regione a varare il riordino della rete ospedaliera secondo le prescrizioni del decreto “Lorenzin”. Un atto che era stato preceduto dalla rimodulazione dei punti nascita, dalla riorganizzazione della rete dei servizi territoriali, di quella della salute mentale e dell'emergenza-urgenza. Sono stati punti» continua Paolucci «su cui lo scontro politico è stato duro, ma oggi possiamo dire che riconsegnIamo all'Abruzzo una sanità che può competere con le migliori Regioni italiane».

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