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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
La sanità torna agli abruzzesi. Sanità fuori dal tunnel dopo otto anni

PESCARA Tutto era iniziato nel 2008 con la sanitopoli nata dalle rivelazioni del re delle cliniche private, Vincenzo Angelini che avevano spazzato via la giunta Del Turco e trascinato nelle procure importanti big del centrodestra e del centrosinistra. Presunti tangenti (l'ultima parola la dirà la Cassazione), ma anche una montagna di debiti accumulati dal sistema sanitario regionale, fino a spingere Palazzo Chigi a commissariare l'Abruzzo. Fu la prima patata bollente, assieme a quella del terremoto dell'Aquila, a finire nelle mani della giunta Chiodi al momento del suo insediamento, nel gennaio 2009. Da allora, quasi otto anni fa, è iniziato il lungo percorso per il riallineamento dei conti, il raggiungimento degli obiettivi fissati dai livelli essenziali di assistenza (Lea), la riorganizzazione della rete ospedaliera e delle Asl imposta dai nuovi decreti ministeriali. Ieri è stato proprio Palazzo Chigi a decretare la fine del commissariamento della sanità abruzzese, dopo che la Conferenza Stato-Regione aveva dato il via libera, in mattinata, al Piano di riorganizzazione messo sul tavolo da Luciano D'Alfonso e dall'assessore Silvio Paolucci.
Le prime parole a caldo del commissario-governatore sono di liberazione: «Ricomincia il destino autonomo e responsabile dell'Abruzzo - commenta D'Alfonso -, a partire dalla garanzia del diritto fondamentale alla salute e alla sicurezza rispetto al dolore». Si allenta soprattutto la morsa di Roma per tornare alla politica: «Non si tratta di tuffarsi nell'arbitrio irresponsabile, ma di procedere lungo una strada già tracciata, fatta di responsabilità, cultura della programmazione, consapevolezza dei dati in riferimento ai bacini di utenza e alle opportunità da garantire anche ai territori segnati da lontananza». Già, ma l'Abruzzo non è la Pianura padana, dove a parità di percorso un'ambulanza può impiegare 20 minuti per prestare soccorso contro i 60 di una zona impervia e montuosa: «Opereremo investendo in organizzazione, innovazione, tecnologia e valorizzazione del capitale umano. Le dimensioni dell'Abruzzo - spiega ancora D'Alfonso - ci consentono di operare con fiducia nei confronti delle aspettative di qualità e quantità che gli abruzzesi ci chiedono».
L'IMPEGNO Altra promessa: «Personalmente seguirò l'attivazione di tutti i cantieri dell'edilizia sanitaria da rinnovare e mettere in sicurezza utilizzando anche le esperienze innovative contemplate nel nuovo codice dei contratti». Poi il plauso a chi ha collaborato per centrare l'obiettivo dell'uscita dal commissariamento: «Ringrazio la comunità dei medici, il personale di supporto, tutti gli abruzzesi e, naturalmente, Silvio Paolucci e i colleghi del consiglio regionale che hanno tenuto la barra dritta. Una stretta di mano a Matteo Renzi, al ministro Lorenzin e a Claudio De Vincentiis». Il primo assist inaspettato era arrivato in mattinata dal vice presidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, governatore della Liguria ed esponente di Forza Italia, che al termine della prima riunione si esprimeva così: «E' stato un grande lavoro dell'Abruzzo e della Conferenza che lo ha supportato. Un buon risultato, segno che le Regioni possono essere efficienti ed efficaci». Intanto l'assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, si sente finalmente liberato di un peso visto che in questi primi due anni di legislatura regionale il vero potere decisionale è rimasto concentrato nelle mani del commissario-governatore Luciano D'Alfonso: «Naturalmente siamo molto soddisfatti - diceva ieri al termine del primo tavolo romano -. Gli unici appunti fatti al nostro Piano riguardano la correzione di alcune tabelle che recepiremo nella prossima delibera di giunta sul passaggio dei poteri». L'altro aspetto da gestire è adesso quello delle risorse liberate dall'uscita dal commissariamento. Si riapre il capitolo tasse.

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