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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Il presidente e l’Abruzzo «La Regione che dà del tu». Nel corso del suo mandato ha visitato tutti e quattro i capoluoghi. Dopo il sisma si interessò molto all’Aquila

L’AQUILA Nel grande cuore di Carlo Azeglio Ciampi c'erano due gioielli della terra d'Abruzzo. Scanno e Rocca di Mezzo per il presidente emerito della Repubblica _ che ieri ci ha lasciato all'età di 95 anni _ sono stati i luoghi dell'anima. A Scanno, giovanissimo militare, sperimentò l'umanità e l'accoglienza di una terra aspra, arcigna, ma che _ dopo una prima occhiata diffidente _ ti abbraccia forte forte e non ti molla più. A Rocca di Mezzo il Presidente ha trovato il rifugio degli anni della maturità, la fuga estiva dall'afa romana, il piacere di una vacanza nel silenzio del residence Flavia dove aveva acquistato un appartamento per sé e uno per i figli, la passione per le mozzarelle di Magnante e per la cucina dello storico ristorante la Fiorita. Con lui l'inseparabile moglie Franca che chiamava amorevolmente "Franchina" ricevendone in cambio un affettuoso "Cipì" (una sorta di abbreviazione di Ciampi). A Scanno il presidente era arrivato nel settembre del 1943 (subito dopo l'armistizio). Giovanissimo tenente era scappato da Roma per non finire nell'esercito di Salò. Salì su un treno per Pescara (dove aveva frequentato la scuola allievi ufficiali) e decise di fermarsi a Scanno, il paese di Nino Quaglione, l'amico con il quale aveva deciso di allontanarsi dalla capitale. Nel borgo abruzzese incontrò Guido Calogero, il filosofo antifascista e suo professore alla Normale di Pisa, che era stato mandato al confino a Scanno. Ma quello che sarebbe diventato il decimo presidente della Repubblica Italiana ricordava soprattutto la generosità degli abitanti. Mille volte ha parlato della donna che, pur senza conoscerlo, gli offrì pane e salame che per quei tempi era un lusso. E poi raccontava dei pastori che lo salvarono dalle grinfie dei tedeschi e che fecero da apripista e guida lungo il Sentiero della Libertà, cosa che consentì a tanti di andare verso sud per rientrare nelle fila dell'esercito italiano o per mettersi in salvo. A Scanno, Ciampi è tornato più volte. Lo fece già da ministro del Tesoro. Era il sei agosto del 1996 quando il consiglio comunale gli conferì la cittadinanza onoraria. Inaugurò i nuovi impianti di risalita e davanti a giornalisti giunti da tutta Italia fece uno storico annuncio, che cioè l'Italia sarebbe entrata nella zona euro. Volle andarci anche da presidente della Repubblica. Era il 17 maggio del 2001 quando oltre a Scanno visitò Sulmona e Taranta Peligna. E fu proprio a Sulmona che, nel discorso ufficiale parlò degli eventi del 1943-1944 «che hanno segnato la mia giovinezza e tutta la mia vita e che hanno fatto sì che il ricordo delle popolazioni di Sulmona e dell'Abruzzo non mi abbia mai abbandonato». Ciampi all'inizio del suo mandato (18 maggio 1999) si era posto l'obiettivo di visitare tutti i capoluoghi di provincia. Lo fece all'Aquila e Pescara il 23 e 24 settembre 1999. In quell’occasione volle andare nel Laboratorio di Fisica nucleare del Gran Sasso dove era stato, in visita privata, nel 1989, quando era governatore della Banca d'Italia. Nella stessa veste era stato a Teramo per l'apertura della nuova filiale della Banca d'Italia. Il 15 e 16 settembre del 2005 (l'anno prima della fine del mandato) visitò ufficialmente Teramo e Chieti. In realtà quella visita era stata fissata alla fine di giugno del 2005 ma a causa delle alte temperature (si sfiorarono i 40 gradi) si decise di rinviare tutto alla fine dell'estate. Fu a Teramo che pronunciò una frase che è diventata lo slogan che si è aggiunto al notissimo "Abruzzo forte e gentile".Il Presidente dopo aver affermato in maniera decisa e commossa "Io amo l'Abruzzo" disse – ricordando il suo periodo giovanile a Scanno – che «lo spirito di fratellanza fra le persone si esprimeva e si esprime ancora nel vostro darvi sempre del tu». Da qui venne fuori la "traduzione" giornalistica dell'Abruzzo regione «che ti dà del tu». Durante il periodo della presidenza della Repubblica Ciampi per ovvi motivi diradò molto le sue vacanze a Rocca di Mezzo. Si ricordano un paio di visite private ma in pieno inverno. Poi, invece, fino a quando la malattia gli ha impedito di fare lunghi viaggi, la splendida natura rocchigiana è tornata a essere la sua passione. L'otto settembre del 2006 gli fu conferita la cittadinanza onoraria e il suo legame con Rocca di Mezzo è rimasto forte fino alla fine. Poco più di un anno fa aveva scritto una lettera al sindaco Mauro Di Ciccio per chiedergli di non dare il via libera a una lottizzazione che avrebbe devastato il territorio. Il 31 marzo del 2009, una settimana prima della scossa che ha cambiato la storia dell'Aquila il sindaco Massimo Cialente si era recato a Roma per consegnare a Ciampi il premio "Socrates Parresiastes” legato alla festa tutta aquilana del pettegolezzo che viene attribuito a una «personalità distintasi per aver sempre agito secondo verità e per essersi sempre comportata con autorevolezza e franchezza». Ciampi, il 10 aprile 2009, partecipò ai funerali solenni delle vittime del sisma e poi è stato sempre in contatto con le autorità locali per essere aggiornato sulla situazione e anche per dare consigli. Un uomo che mancherà all'Italia e molto anche all'Abruzzo.

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