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Data: 18/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Operaio Atac folgorato in officina. Stanziale(Filt Cgil Roma e Lazio): «Nessun ritardo può costare una vita, in nessuna circostanza».

Il tema della sicurezza in un'azienda disastrata come l'Atac irrompe nel dibattito politico in modo drammatico. Ieri mattina un capo elettricista di 53 anni, Antonio Alleori, è morto, folgorato, nel deposito di Acqua Acetosa mentre riparava il pantografo di un treno della Roma-Civita Castellana-Viterbo. Di questa tragedia ha parlato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che nel giorno in cui ha perso la vita anche un operaio dell'Ilva, a Taranto, ha spiegato: «Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l'Italia e una perdita irreparabile per l'intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro».
INDAGINEL'Atac ha annunciato di avere aperto un'inchiesta interna per comprendere la dinamica di quanto successo nel deposito dell'Acqua Acetosa; naturalmente sta indagando anche la magistratura, mentre l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo, ha parlato di «profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia». I sindacati hanno attaccato.
Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt Cgil Roma e Lazio: «Si tratta di un incidente assurdo, su cui sta indagando la magistratura ma che, come ogni morte sul lavoro, poteva essere evitato. Nessun ritardo può costare una vita, in nessuna circostanza». «Siamo stanchi di passare il tempo a contare le vittime» ha affermato Fabiola Bravi dell'Usb Lavoro Privato.
Stefano Esposito, senatore del Pd ed ex assessore ai Trasporti, ha premesso: «Sia chiaro, nessuna speculazione politica, ma all'Atac e in particolare sulla Roma-Viterbo, ci sono seri problemi di sicurezza». Esposito, sul caso Atac, ha presentato una mozione in Senato in cui chiede l'intervento del Governo, come ricorda anche la presidente della Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro, Camilla Fabbri, che nei prossimi giorni si occuperà della morte di ieri nel deposito dell'Atac.
LA RICOSTRUZIONEMa cosa è successo ieri mattina, nel deposito di una delle linee con più problemi di Roma, una ex ferrovia concessa, gestita dall'Atac, funestata da ritardi ed età media dei mezzi assai alta, che serve buona parte della zona nord della Capitale nella parte urbana e trasporta 75mila pendolari al giorno? Antonio Alleori, capo elettricista, sposato e padre di famiglia che abitava in zona Bufalotta, viene descritto da tutti i colleghi come molto esperto e prudente. Nel deposito si fa manutenzione dei treni della Roma-Viterbo e uno dei convogli è lì dalla sera precedente.
Gli interventi sono terminati, ma resta un problema che Alleori tenta di risolvere: il pantografo, il sistema che collega il mezzo alla linea elettrica, si è abbassato e dunque va risistemato. In questi casi, la procedura prevede che sia tolta la corrente o, in subordine, che si usi uno strumento che assicura l'isolamento e dunque la sicurezza per l'operatore.
Sarà solo l'inchiesta della procura a comprendere cosa non abbia funzionato. Ciò che è certo è che alcuni colleghi hanno ritrovato Alleori senza vita, alle 7 del mattino di ieri. Hanno chiamato il 118, ma gli operatori dell'ambulanza hanno solo potuto constatare il decesso. Secondo il medico legale è morto per folgorazione.

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