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Pescara, 25/07/2024
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Data: 18/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
In corteo per il lavoratore travolto. Piacenza: in centinaia sfilano al grido di «assassini, la pagherete». Città blindata

PIACENZA «Siamo tutti Abd Elsalam, vogliamo giustizia e verità». Erano quasi duemila (1.700 per la questura) i manifestanti che ieri a Piacenza hanno partecipato al corteo sindacale indetto dopo la tragica morte dell’operaio egiziano travolto da un camion a Montale. Sono arrivati in pullman e in treno da varie parti del nord Italia e non solo. Tra loro anche decine e decine di autonomi dei centri sociali di Milano, Cremona, Bologna e Torino. Nessuna traccia di incidenti o tafferugli, solo attimi di apprensione quando la parte centrale del corteo è sfilata lungo via Cavour e alcuni giovani si sono scagliati contro la vetrina di un istituto di credito danneggiandola. La manifestazione partita dalla stazione ferroviaria è stata colorata e realmente pacifica. Imponente peraltro lo spiegamento di forze: circa 220 uomini tra polizia, carabinieri, Guardia di finanza e Municipale, molti dei quali in assetto antisommossa. In testa, dove c’erano la moglie e i familiari dell’operaio egiziano, in mezzo e in coda al corteo le varie sigle sindacali presenti hanno chiesto incessantemente verità e giustizia sulla morte del «fratello egiziano». Al grido di «assassini» e di «abbasso il capitalismo e i padroni», i manifestanti si sono rivolti alle istituzioni. La loro verità è quella già nota: che quello di Abd Elsalam «è stato un omicidio volontario». Ieri mattina il percorso è stato modificato per evitare che il corteo transitasse di fronte ai palazzi del tribunale e della procura, entrambi blindatissimi. Ma al centro delle rimostranze c’erano soprattutto le condizioni di lavoro nel settore della logistica, ritenute «incivili» e per le quali «ci battiamo da anni e anni». Non si è tenuto l’incontro tra una delegazione del sindacato di base Usb e il procuratore capo Salvatore Cappelleri. Ma un primo risultato concreto i manifestanti l’hanno ottenuto verso la fine quando sotto l’acquazzone è suonato il telefono cellulare di Pierpaolo Leonardi, leader nazionale dell’Usb, promotore della manifestazione e il più consolidato sindacato di base e di classe d’Italia: erano i dirigenti della Gls che comunicavano la disponibilità a discutere delle condizioni di lavoro nei loro stabilimenti in tutta Italia in un incontro che si terrà proprio qui a Piacenza domani. Il corteo si è chiuso con la preghiera rivolta dagli operai musulmani ad Allah per il fratello Abd Elsalam.

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