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Data: 18/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia apre, sciopero del 22 settembre verso la revoca

ROMA Anche gli arabi di Etihad possono perdere la pazienza. Sopratutto di fronte ad uno sciopero, quello proclamato dai sindacati di Alitalia per il 22 settembre, di cui non capiscono le motivazioni. Un nervosismo e che cresce in vista de d-day. Non solo perché la compagnia perde 500 mila euro al giorno e uno stop di 24 ore darebbe un colpo al bilancio. Ma anche perché il mercato, tra concorrenza spietata di Ryanair e difficile congiuntura economica, è ben più duro di quanto gli analisti si aspettavano. Da qui il tentativo di scongiurare l'ennesimo schiaffo all'immagine della compagnia e, prima ancora, ai passeggeri, faticosamente riconquistati dalla nuova gestione targata Luca Cordero di Montezemolo. All'interno dell'azienda, per la verità, convivono due anime. Quella «straniera» che vorrebbe imporre la linea dura, rimettendo in discussione gli stipendi con tagli draconiani. Dall'altra c'è la posizione più soft degli italiani, inclini alla trattativa e alla ricerca di un compromesso con i sindacati. Nelle ultime ore la lancetta si è spostata verso quest'ultima posizione. Tant'è che alcune fonti sindacali danno quasi per scontato che lo sciopero possa rientrare a fronte. s'intende, di alcune piccole concessioni aziendali.
Del resto per tutta la settimana l'ad della compagnia Cramer Ball ha tentato la mediazione per capire se ci sono i margini per evitare la protesta. E ancora ieri, per tutto il giorno, le parti si sono incontrate per trovare un punto d'equilibrio. Come ogni trattativa sindacale l'atteso annuncio della revoca arriverà probabilmente in extremis.
IL FUTUROCon i sindacati Ball non ha invece toccato il tema più caldo, quello della fase due del piano industriale, se non per smentire nuovamente l'indiscrezione di un possibile taglio del 30% del costo del lavoro. Al centro del dialogo tra azienda e sindacati ci sono sostanzialmente 4 temi: i licenziamenti di alcuni assententi di volo, il lavoro notturno, la composizione degli equipaggi, e alcune concessioni di viaggio (ovvero il privilegio per personale di volo di avere biglietti gratis per raggiungere le sedi di lavoro). Proprio su questo ultimo tema sarebbe in vista un compromesso.
Lo sciopero, come accennato, rischia di costare alla compagnia qualche milione di euro, oltre ai danni di immagine, e per questo lo sforzo di Ball in queste ore è tutto su questo fronte. Fonti aziendali ribadiscono la volontà di un dialogo costruttivo con i sindacati, sottolineando la delicatezza del momento e la necessità di lavorare tutti insieme verso l'obiettivo del pareggio di bilancio, che resta confermato al 2017. I sindacati, da parte loro, si dicono disposti a trattare per trovare una soluzione, ma criticano l'unilateralità delle decisioni dell'azienda che crea un clima di tensione.
In particolare la Filt-Cgil ha fatto appello al senso di responsabilità di tutti, mentre Fit-Cisl e l'Ugl trasporto aereo hanno addirittura preso apertamente le distanze dai presunti casi di assenteismo riscontrati in questi giorni. Su tutto prevale l'attesa per il nuovo piano industriale, che verrà presentato nei prossimi giorni. Per l'azienda è prematuro parlarne, ma è certo che, a 20 mesi dall'avvio del rilancio e con l'arrivo del nuovo ad, c'è la necessità di cambiare passo, per fare fronte da un lato al nuovo contesto caratterizzato da terrorismo e , dall'altro, al rallentamento dell'economia e alla concorrenza delle low cost.

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