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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, revocato lo sciopero del 22 stretta finale per convincere i piloti

ROMA A quanto pare è prevalso il buon senso tra i sindacati di Alitalia pronti a scioperare il 22 settembre. Lo sciopero sarà revocato, dice un accordo firmato con l'azienda in prima battuta ieri da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Ugl che «pone le basi», è scritto, per lo stop ufficiale della protesta fissata per giovedì. Una firma costata cara, vista la domenica di trattativa ad alta tensione che ha prodotto anche una netta spaccatura tra gli stessi sindacati: da una parte Cgil, Cisl e Ugl, l'anima più incline a creare un compromesso insieme a una parte della Uil, e dall'altra parte il fronte più duro rappresentato dall'Anpac, Anpav e Usb, che però oggi, salvo sorprese, dovrebbe arrivare a sostenere lo stop. Non è stato dunque facile arrivare fin qui. Ma come anticipato dal Messaggero, il gruppo guidato da Cramer Ball ha giocato tutte le carte a sua disposizione pur di fare leva sulla parte più aperta al dialogo tra i lavoratori, e quindi pur di scongiurare uno stop dei voli che poteva costare milioni di euro in meno nei conti della compagnia.
LA PERDITA QUOTIDIANA Del resto, Alitalia perde ancora 500 mila euro al giorno, e anche se i soci di Ethiad e il management insistono sull'obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2017, il contesto economico, la concorrenza delle low cost e la minaccia terrorismo non concedono passi falsi.
Al centro dello scontro azienda-sindacati ci sono una serie di tematiche tra cui licenziamenti di assistenti di volo, mancato rispetto dell'esonero del lavoro notturno, violazioni contrattuali sulla composizione degli equipaggi, aumento dell'orario di lavoro, cessione di attività a vettori extracomunitari e concessioni di viaggio (ovvero il privilegio per il personale di volo di avere biglietti gratis per raggiungere le sedi di lavoro). Lì dove la compagnia, da parte sua, sta anche cercando di fare luce su alcuni casi sospetti di assenteismo (che avrebbero potuto provocare disagi se non fosse stato per gli interventi dell'azienda).
Con i sindacati Ball non ha invece toccato il tema più caldo, quello della fase due del piano industriale, se non per smentire nuovamente l'indiscrezione di un possibile taglio del 30% del costo del lavoro. In realtà per l'azienda è ancora prematuro parlare del nuovo piano industriale che verrà presentato nei prossimi giorni. Ma è certo che, a 20 mesi dall'avvio del rilancio e con l'arrivo del nuovo ad, c'è la necessità di cambiare passo. E anche lo sciopero di un solo giorno può costare troppo anche all'immagine della compagnia.


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