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Data: 20/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, i piloti confermano lo sciopero

ROMA Avevano ragione gli arabi di Etihad ad essere preoccupati. Perché le turbolenze in casa Alitalia non sono affatto un ricordo del passato. Accade così che, dopo l'intesa trovata con i confederali per revocare lo sciopero del 22 settembre, siano Anpac, Anpav e Usb, le tre sigle autonome, a far saltare il tavolo in extremis. Una doccia gelata che causerà, almeno secondo le prime stime, un danno di almeno 6 milioni di euro all'ex compagnia di bandiera. Eppure domenica sera gli autonomi, pur con qualche distinguo, avevano fatto capire di essere d'accordo con le concessioni della compagnia sui voli gratis per i dipendenti che si recano al lavoro. Nella notte, evidentemente, c'è stato un ripensamento. A poco è servito il pressing dei confederali che, fino a 24 ore fa, erano convinti di aver scongiurato l'agitazione. Cigl, Cisl e Uil ora si sentono spiazzati dall'intransigenza dell'ala più dura di piloti e assistenti di volo che, con questa mossa, vogliono sottrarre iscritti ai confederali.
Ma la rottura della pax sindacale, faticosamente raggiunta con l'arrivo di Etihad, rischia di innescare una bomba ad orologeria. Fino ad oggi infatti i nuovi azionisti hanno investito qualcosa come 1,7 miliardi in Alitalia, varato un piano industriale che vuole riportare l'utile nel 2017, messo le basi per trasformare la compagnia in un vettore a 5 stelle, con rotte di lungo raggio, nuovi aerei e un servizio di qualità.
Un progetto ambizioso, anche alla luce dei nuovi investimenti (400 milioni) che potrebbe rallentare improvvisamente. Visto che è lo stesso ad di Alitalia, Cramer Ball, a definire «una pura follia» lo sciopero indetto per giovedì. Sopratutto per una società che perde circa 500 mila euro al giorno e che deve fare i conti con la concorrenza agguerrita di Ryanair e con un mercato in salita, stretto tra rallentamento dell'economia e minacce terroristiche.

MINORANZA Di fatto a bloccare i voli sarà, qualora l'adesione fosse davvero completa, circa del 20 per cento dei piloti e il 17 per cento degli assistenti di volo. Una minoranza, quella iscritta ad Anap e Anav, che paralizzerà l'intera compagnia causando, dicono dal quartier generale Alitalia, un danno di immagine ben superiore a quello economico. Del resto manca una legge che costringa i sindacati, sigle minore comprese, ad avvertire per tempo su modalità e tempi dello sciopero. Impedendo così all'azienda di trovare una soluzione per proteggere i passeggeri e varare una programmazione dei voli alternativa. Per Ball «questa azione «creerà disagi a migliaia di clienti» e «soprattutto metterà a rischio il futuro sviluppo di Alitalia». «Come tutti sapete - spiega Ball - la principale ragione dell'agitazione è la cancellazione delle concessioni di viaggio per il personale navigante». Concessioni che, si spiega, sono state di fatto reintrodotte, tant'è che il personale viaggiante pagherà tariffe da 1 e 2 euro a tratta, più le tasse, per trasferirsi sul luogo di lavoro da casa.
Quello che Ball non dice e che invece può accadere nei prossimi giorni è una frenata sul nuovo piano industriale in cantiere Piano che prevede, tra l'altro, l'assunzione di 1000 assistenti di volo e di 300 piloti, l'arrivo di nuovi aerei e rotte. Uno sviluppo che, dicono a Fiumicino, può avvenire solo con un clima aziendale sereno e non certo a colpi di scioperi. Forse i collaboratori italiani di Ball farebbero bene a ricordare all'ad le parole di un ex presidente della compagnia, Maurizio Prato, che al termine di una lunga trattativa sindacale disse: «Per salvare Alitalia servirebbe l'esorcista...».

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