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Data: 20/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, primo incontro all'Aran giovedì: per i rinnovi contratto-ponte sul tavolo

ROMA Ora c'è almeno una data, nella trattativa tra sui rinnovi dei contratti pubblici. Dopodomani, 22 settembre, Cgil, Cisl e Uil andranno insieme all'Aran, l'agenzia che per conto del governo gestisce il negoziato, per un incontro informale ma collettivo. Finora c'erano stati solo contatti con singole delegazioni e il confronto - sostanzialmente - non è nemmeno entrato nella fase preliminare. Passerà comunque del tempo prima che si possa iniziare la discussione nel merito. Gli ostacoli sono sostanzialmente due. Il primo è rappresentato dalle regole della riforma Brunetta del 2009, che impone di assegnare la retribuzione variabili con criteri premiali che escluderebbero comunque almeno il 25 per cento dei dipendenti. Il secondo sono le risorse aggiuntive necessarie per un aumento che sia almeno percettibile. Per quanto riguarda le regole, potrebbero essere riviste con il decreto legislativo sul lavoro dipendente che attua la riforma del pubblico impiego: il testo però sarà approvato solo all'inizio dell'anno prossimo e si arriverà poi all'estate prima che i vari passaggi permettano di renderlo definitivo. Quanto alle risorse, dovrebbero essere inserite nella legge di bilancio che però entra in vigore il prossimo primo gennaio. Si pone dunque il problema di come muoversi nel frattempo e circola l'ipotesi di una sorta di contratto ponte. a complicare tutto c'è anche il fatto che gli aumenti, quando ci saranno, vanificheranno per molti dipendenti l'effetto del bonus 80 euro.
IL DOSSIERUn altro dossier all'attenzione del governo è quello delle pensioni. In questo caso il tavolo tra governo e sindacati è convocato per domani. L'ultimo scoglio riguarda i lavoratori cosiddetti precoci, quelli che anno iniziato a versare contributi prima dei 18 anni. Il governo potrebbe arrivare a stanziare fino a 600 milioni, somma non trascurabile, ma le verifiche sono ancora in corso. I soldi servirebbero a finanziare un abbuono contributivo di tre-quattro mesi per ogni anno di lavoro prima dei 18. In questo modo gli interessati potrebbero arrivare alla pensione anticipata con un po' meno dei 42 anni e 7 mesi di versamenti oggi richiesti.

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