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Pescara, 25/07/2024
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Data: 20/09/2016
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Autorità portuale: Febbo (Fi), «L'Abruzzo doveva andare con Taranto»

PESCARA - "Sulle politiche strategiche relative ai porti non si riesce a capire come mai questo esecutivo regionale si ostina a portare avanti scelte poco lungimiranti e poco efficaci per l’Abruzzo. Una decisione tra l’altro, quella di collegare il porto di Ortona con l’autorità portuale di Civitavecchia, che in questi mesi non è stata condivisa né con il territorio né con i portatori d’interesse né discusso all’interno del Consiglio regionale. A mio avviso bisognava portare avanti la decisione intrapresa durante la scorsa legislatura ovvero quella di far parte dell’autorità portuale di Taranto”.

Lo dice il presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo.

"Negli ultimi mesi abbiamo assistito a promesse e spot da parte del presidente Luciano D’Alfonso e del delegato Camillo D’Alessandro che vengono sistematicamente smentiti dai fatti e atti tant’è che la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto Madia sancisce ufficialmente l’ingresso dell’Abruzzo all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale che comprende gli scali abruzzesi di Pescara e Ortona oltre a Pesaro, Falconara e San Benedetto del Tronto".

"Credo inoltre - aggiunge in una nota - che questa presa di posizione di ‘rottura’ con Ancona non porti nulla di buono in ogni caso. La scelta di Taranto che facemmo era dettata da considerazioni oggettive: la Puglia è in regime di convergenza e pertanto una somma di fondi e risorse europee ingenti che possono essere utilizzate e dirottate anche sull’Abruzzo".

"Inoltre Taranto, per traffico merci e tra i primi 3 porti nazionali come dimostrano i dati 2012 e 2013. Altro dato a riprova della mia tesi: la Regione Puglia è diventata il ponte verso i mercati dell’Europa centrale, Est Europa fino arrivare ai nuovi mercati di tutta l’Asia, con l'autostrada del mare che ci vede impegnati sulle traiettoria adriatica su Trieste via mare e su Ancona via ferro".

"Sia la Puglia che le Marche inoltre rientrano nella strategia europea della programmazione transfrontaliera con programmazione di fondi Ipa per centinaia di milioni di euro, cosa che la Regione Lazio non ha con noi come non rientra neanche tra le regioni convergenza".

"Quindi bisognava premere per rimanere con Taranto. Invece se il Governo dovesse confermare malauguratamente la scelta di entrare con Ancona bisogna immediatamente aprire il dialogo e delle trattative sopratutto in funzione di prospettive di costituzione di macro regione, di cui si sente sempre più parlare, affinché l'Abruzzo rientri in quella ipotesi di nuova 'Regione Adriatica' con Marche, Umbria e Toscana. Infatti con un rapporto di amicizia e collaborazione potremmo negoziare tutte le funzioni territoriali che inevitabilmente si vengono ad accorpare (leggasi spending review) come Provveditorato Opere Pubbliche, Sovraintendenza Beni Ambientali Culturali, Prefetture, Questure, Corti di Appello, Corte dei Conti, Agenzie Finanziarie, Carabinieri, Esercito, ecc... non ultimo le Ferrovie dello Stato".

"Ed è proprio su questo tema che si sviluppa la rete del corridoio 5 che interessa l’Abruzzo e gli snodi che inevitabilmente ci conducono ad Ancona".

"Infine - conclude Febbo - mentre in queste ore stiamo impegnando lavoro ed energie per agganciarci con Civitavecchia, Ancona si organizza e magari ci 'taglia fuori' dalla Dirigenza dell’Autorità portuale non inserendo un abruzzese nei vertici apicali dell’autorità come non stiamo negoziando istituti che nel tempo potrebbero esserci sottratti. Pertanto sia per i motivi sopra elencati sia per questo auto isolamento voluto dal presidente D'Alfonso, Ancona non rappresenta sicuramente una scelta vincente per il nostro futuro".

"Non c’è davvero limite al ridicolo - ha replicato D'Alessandro -. I consiglieri regionali Febbo e Sospiri hanno ripetutamente sostenuto la necessità di aderire all’autorità portuale di Civitavecchia. Lo stesso Febbo ha insistito su questa necessità con documenti depositati e dichiarazioni verbalizzate in aula".

"In occasione del Consiglio regionale straordinario sui trasporti venne da me malamente rimpicciolito perché mostrai in aula una delibera di Giunta regionale cui aveva partecipato anche lui, fatta contro Ortona e l’Abruzzo nel silenzio più assoluto e senza aprire un dibattito pubblico, in particolare nelle città sedi di porti (Ortona, Pescara e Vasto)".

"Così si è scoperto inopinatamente nei cassetti della Regione che la giunta Chiodi in data 19 maggio 2014, ovvero pochi giorni prima di andare a casa, aveva approvato un protocollo d’intesa con l’autorità portuale di Taranto, condannando i nostri scali marittimi alla totale irrilevanza nel panorama nazionale".

"Quale sarebbe stata l’utilità per i porti abruzzesi di finire sotto Taranto? Quali le ragioni? Purtroppo anche in questo caso - chiosa D'Alessandro - i nemici dell’Abruzzo hanno fatto di tutto per danneggiare la regione".

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