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Pescara, 25/07/2024
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Data: 22/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Snav lascia Pescara, porto alle corde. Viaggiatori dimezzati e fondali bassi: stop ai collegamenti con la Croazia. I problemi del dei fondali bassi non si risolvono con le misure tampone al via da ottobre

PESCARA L'ultima estate del collegamento Pescara-Croazia con il catamarano della compagnia marittima Snav si chiude con poco più di 4mila passeggeri trasportati sull'altra sponda dell'Adriatico dal 23 luglio al 4 settembre e un calo netto dei traffici del 43 per cento rispetto al 2015. Tra dune di sabbia all'uscita del canale, fondali che raggiungono appena i 3 metri di profondità e dragaggi tampone che non risolvono alla radice il problema dell'insabbiamento, il porto cittadino ormai funziona a singhiozzo e le previsioni per il prossimo anno non lasciano sperare nulla di buono. Nel 2015, i collegamenti con la Croazia avevano fatto registrare circa 7mila passeggeri, a fronte dell'obiettivo di almeno 15mila utenti sventagliato dalla società partenopea. Numeri troppo bassi se si raffrontano con i 45mila degli anni d'oro, durante l'amministrazione comunale guidata da Luciano D'Alfonso, prima della stagione drammatica della chiusura dello scalo e delle inchieste giudiziarie. Gli annunci della politica relativi al taglio della diga foranea con l'approvazione del piano regolatore portuale non bastano a tranquillizzare gli animi degli operatori portuali e della marineria. La Snav ha già annunciato il suo addio a partire dalla prossima estate e non è sufficiente, secondo gli addetti ai lavori, nemmeno l'avvio del mini dragaggio da 15mila metri cubi. «Si tratta di un intervento tampone», avverte il comandante della Direzione marittima Enrico Moretti, «dovrebbe cominciare entro i primi 15 giorni di ottobre come da previsioni del provveditorato alle Opere marittime. Sicuramente questi lavori daranno un po' di ossigeno in attesa della realizzazione delle infrastrutture previste nel Prg portuale. Saranno eseguiti quasi in contemporanea con il ritorno in mare dei pescatori dopo lo stop per il fermo biologico, ma sicuramente non servono a ripristinare l'operatività dello scalo». «È un'inezia», ribatte Marco Santori dell'agenzia marittima Sanmar che quest'anno, dalla sala operativa alla stazione marittima, ha curato le prenotazioni verso l'altra sponda dell'Adriatico, «questa operazione servirà soltanto a rimuovere la duna che si è creata all'uscita porto canale, verso la banchina di riva della darsena commerciale. È fondamentale iniziare a scavare davvero, almeno 100mila metri cubi, in modo da garantire alla Snav quei 5 metri di profondità necessari per le manovre di entrata e di uscita di un traghetto veloce in grado di imbarcare veicoli e passeggeri». Secondo Santori, infatti, una delle ragioni che ha portato a un crollo così repentino dei biglietti verso la Croazia è proprio la mancata possibilità di raggiungere l'altra sponda dell'Adriatico con la propria auto. «Il collegamento fatto quest'anno», spiega, «con un catamarano che trasporta solo passeggeri è già partito con un handicap. Tolta la meta di Spalato, l'unica destinazione appetibile è l'isola di Hvar. Le richieste ci sono anche da fuori regione. Ma nel momento in cui l'ipotetico passeggero verifica che non può portare con sé il proprio veicolo, allora va da un'altra parte. E lo stesso fa l'utenza locale. Specialmente in Croazia», prosegue Santori, «tutti vogliono girare l'isola da soli ed essere indipendenti, magari cercando una sistemazione in una casa autonoma fuori dal circuito degli hotel. Ma senza l'auto tutto questo è impossibile». Il peggioramento delle condizioni dei fondali poi, da metà luglio, ha portato anche al blocco dei traffici commerciali con la motocisterna del gruppo Di Properzio che ha abbandonato Pescara dopo l'ultimo incidente all'imbocco dello scalo. «L'approvazione del Prg portuale e l'apertura della diga foranea», osserva ancora Santori, «non risolveranno i nostri problemi. Non vedo vie d'uscita, al momento: l'unico modo per rialzarci è cominciare a scavare, altrimenti il porto è destinato a morire».

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