L'AQUILA Il presidente Luciano D'Alfonso la chiama la «quadratura istituzionale»: averla trovata, nel corso della seduta di commissione di ieri, fa registrare un passo avanti importante nel disegnare la nuova geografia amministrativa della regione. Per la Grande Pescara e per L'Aquila capoluogo esiste ora un'intesa politica che dovrebbe portare a breve al varo delle rispettive leggi. «Abbiamo trovato una quadratura di responsabilità istituzionale dice il governatore sulle due proposte, sia sulla nuova Pescara che sull'Aquila capoluogo. Con lo sforzo generoso di ciascuno, siamo nelle condizioni di approvare nella prossima seduta l'uno e l'altro testo, in maniera convergente». Tecnicamente ci sarà una sub-commissione che lavorerà da adesso alla prossima riunione di commissione: «Uno sforzo sostanziale e non formale, c'è già l'intesa» ha aggiunto lo sforzo.
L'ITER Tecnicamente si tratta di allineare i tre progetti di legge che complessivamente mirano a regolamentare le due questioni: quello sull'Aquila e i due sulla Grande Pescara (Mercante-Sospiri e un altro a firma di D'Alfonso e altri). Ieri alla commissione ha partecipato anche il governatore. E' stato varato un mini comitato composto da Lorenzo Sospiri (Fi), Pierpaolo Pietrucci (Pd), Riccardo Mercante (Cinque stelle), Maurizio Di Nicola (Centro democratico) e lo stesso D'Alfonso che avrà uno spirito costituente, nel tentativo di arrivare a uniformare le proposte. Certamente si tenterà di varare un testo unico per la Grande Pescara che dovrà fondere le varie istanze dopo le polemiche che hanno accompagnato l'iter sino a qui. Quanto alle tempistiche, si tenterà di arrivare a un'approvazione rapida della legge che potrebbe, però, avere un'applicazione pratica dilatata, come è nella logica della fusione di più Comuni. Questo dovrebbe consentire di azzerare le polemiche, evitare gli ostruzionismi (ci sono moltissimi emendamenti in ballo che rischiano di far impantanare ulteriormente le cose) e arrivare al risultato nel più breve lasso di tempo possibile.
L'AQUILA Per L'Aquila, invece, il problema non è quello del riconoscimento dello status di capoluogo, quanto l'esame dell'impianto normativo e, soprattutto, la definizione di un'aliquota addizionale di fondi.