Gentile Direttore, rispetto alla vicenda della filovia Pescara-Montesilvano credo si possa legittimamente parlare di fallimento annunciato. La filovia, infatti, non è l'ennesima opera pubblica incompiuta. La filovia, progettata sull'inadeguato percorso dell'ex tracciato ferroviario, nasce morta. Le ragioni storiche, ambientali, ingegneristiche ed economiche, approfondite in un documento redatto insieme all'amico Ivano Angiolelli, sono riassumibili per i più ostinati, mi perdonerà l'utilizzo esplicativo del vernacolo, in un semplice assunto: “nin ci pass pecchè nin ci cape”. Oggi, poi, appare incomprensibile l'ostinazione con la quale, nonostante un progresso tecnologico tale da consentire a metropoli come Londra l'utilizzo di mezzi totalmente elettrici, si continua a perseverare a voler palificare Pescara, moltiplicando i danni di una scelta sbagliata e mortificando la vocazione ecologica della Strada Parco.
Maurizio Biondi Comitato utenti Strada Parco