ROMA Spunta l’ipotesi di chiudere il tavolo sulle pensioni con un verbale d’incontro che consenta di registrare le singole posizioni sui diversi capitoli. Una strada alternativa a quella dell’accordo tradizionale, che permetterebbe ai sindacati di fare i loro distinguo sulle soluzioni trovate. È il caso della Cgil a cui, ad esempio, l’Ape, l’Anticipo pensionistico, non ha mai convinto fino in fondo. Finora né il governo né i sindacati si erano mai sbilanciati sulla formula da adottare per concludere il confronto, che toccherà la sua ultima tappa il 27 settembre, martedì prossimo. C’è ovviamente, anche sul fronte sindacale, chi spinge per mettere un suggello alla trattativa e chi invece preferisce un’intesa soft, in cui sia chiaro su quali capitoli c’è condivisione o meno. Non sarebbe la prima volta che un confronto finisce con un verbale, che di per sé risulta meno stringente di un accordo. E seppure non si era mai parlato esplicitamente dello strumento con cui concludere il tavolo, c’è chi come la Cisl ha chiesto di finalizzare il confronto vincolando il governo ai risultati raggiunti. Certo molto dipenderà dai contenuti, insomma solo la sostanza definirà la formula, per cui bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Passando dalle dinamiche di natura politica agli aspetti tecnici della questione, il nodo più aggrovigliato da sciogliere è rappresentato dalla scivolo per i precoci, ovvero i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi prima della maggiore età. I sindacati premono per ottenere una platea il più possibile ampia, con 4 mesi di bonus per ogni anno passato a lavorare tra i 14 e i 18. Ma viste le risorse a disposizione, si parla di 600 milioni, il bonus potrebbe essere asciugato rispetto alle istanze avanzate (se si sta alle richieste dei sindacati verrebbero riconosciuti fino a due anni in più, facilitando non poco il raggiungimento dei 41 anni come soglia d’uscita anticipata). I pensionati della Cgil, con il segretario generale Ivan Pedretti, fanno anche pressione per rafforzare l’Ape social: «bisognerebbe provare a portare l’asticella dell’esenzione ad almeno 1.700 euro lordi», mentre le indiscrezioni finora puntano sui 1.500. Tetto considerato basso. Comunque si tratta di un tema aperto, come confermato di recente dal ministro del Lavoro, Poletti, spiegando che sono in corso simulazioni. La strada invece sembra spianata per quanto riguarda il capitolo delle quattordicesime.