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Data: 23/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Juncker gela l'Italia: «Basta flessibilità»

BRUXELLES La Commissione e la Banca Centrale Europea ieri hanno chiuso la porta alla possibilità di concedere ulteriore flessibilità all'Italia, legando le mani del governo di Matteo Renzi mentre prepara la nota di aggiornamento del Def e la legge di bilancio per il prossimo anno. «Nel Patto di Stabilità, che non deve essere un patto di flessibilità, abbiamo già introdotto molti elementi di flessibilità combattendo contro chi sapete», ha detto ieri il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, in un discorso davanti al Comitato Economico e Sociale. «Senza la flessibilità che abbiamo introdotto, l'Italia avrebbe dovuto spendere 19 miliardi di euro in meno quest'anno», ha ricordato Juncker, sottolineando che «l'unico» paese in Europa a beneficiare della clausola per gli investimenti. Juncker ha ricordato che «l'Italia chiede più» flessibilità. Ma, aldilà di uno sconto sulle spese per la crisi dei migranti e l'emergenza post-terremoto, non ci sono margini se il governo vuole evitare il rischio di una procedura per violazione della regola del debito. Juncker non è un falco dell'austerità, al contrario. Finora, in tutte le riunioni del collegio dei commissari in cui si è dibattuto di Patto di Stabilità è riuscito a convincere il gruppo dei rigoristi guidato dal vicepresidente Valdis Dombrovskis a fare concessioni a Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Juncker è consapevole dei rischi politici che corre Renzi tra referendum e populisti.
Ma sul caso italiano Juncker si confronta con diversi problemi tecnico-politici. Le regole del Patto prevedono che un Paese possa usare la flessibilità che esso contiene una sola volta prima del raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali. Le elezioni in due paesi rigoristi come Olanda e Germania nel 2017 sconsigliano alla Commissione di compiere altri gesti di generosità.
Soprattutto, con il debito pubblico che non accenna a scendere, sull'Italia pende la minaccia di una procedura per deficit eccessivo anche se il disavanzo è sotto il 3%. Del resto, nel suo bollettino mensile la Bce ha nuovamente chiesto alla Commissione di usare gli «avvertimenti preventivi» e gli «strumenti correttivi» previsti dal Patto di Stabilità. Secondo l'Eurotower, «occorrono ulteriori sforzi di risanamento, soprattutto nei paesi con debito pubblico elevato» perché «particolarmente vulnerabili a un aumento dell'instabilità nei mercati finanziari o a una risalita dei tassi di interesse».

PORTA STRETTA In un discorso, Mario Draghi è invece tornato sulle difficoltà attuali delle banche, sottolineando che «la sovra-capacità in alcuni settori bancari nazionali, e la concorrenza che ne consegue, aggrava la pressione sui margini» degli istituti di credito. Bce e Commissione, comunque, hanno espresso apprezzamenti per l'opera del governo su riforma del mercato del lavoro e immigrazione. Per l'istituzione di Draghi, il Jobs Act ha «contribuito al rinnovato dinamismo dell'occupazione nel paese negli ultimi trimestri». Juncker ha detto di ammirare l'Italia perché «salva migliaia di vite al giorno» e si assume il compito di «nutrire e ospitare» i rifugiati raccolti nel Mediterraneo. Pieno sostegno anche al migration compact con la proposta di un piano di investimenti per combattere le cause dell'immigrazione: «Se non investiamo in Africa, l'Africa viene in Europa», ha avvertito Juncker.

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