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Data: 23/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Morte in galleria, un assolto e due rinviati a giudizio. Il caso del giovane boscaiolo Matteo Ceci: vanno a processo l’autista del bus e un geometra dell’Anas. Prosciolto da ogni accusa il capocantoniere

TERAMO Due rinvii a giudizio e una assoluzione per la morte di Matteo Ceci, il 34enne di Crognaleto che nell’agosto del 2014 si schiantò con la moto nella galleria di Piaganini, sulla statale 80. Così ha stabilito il gup Domenico Canosa al termine dell’udienza preliminare che si è svolta ieri mattina. Il giudice ha rinviato a giudizio il geometra Marcello Lupisella, nella sua veste di capo nucleo dell’Anas, e Lucio Palmieri, il conducente del bus. Per entrambi l’accusa è quella di omicidio colposo. Il giudice ha invece assolto al termine di un rito abbreviato il capocantoniere dell’Anas Antonio Patriarca. Quest’ultimo (assistito dall’avvocato Gugliemo Marconi) era indagato nella sua veste di capo cantoniere addetto alla sorveglianza del tratto stradale in cui avvenne l’incidente. Secondo il pm titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Greta Aloisi, quest’ultimo e Lupisella, nelle rispettive vesti, «non avrebbero rilevato e segnalato per via gerarchica», si legge nel capo d’imputazione, «il pericolo rappresentato dal ristagno di acqua nel predetto tratto di strada e, comunque, nel non adoperarsi affinchè fossero effettuati da un lato interventi manutentivi atti ad eliminare o quantomeno ridurre le infiltrazioni d’acqua provenienti dalla struttura della galleria e dall’altro interventi di rinforzo dell’impianto di illuminazione in corrispondenza della zona di entrata». Accuse che, evidentemente, per Patriarca non hanno retto. Al termine dell’udienza il gup ha rinviato gli atti al pm per valutare ulteriori responsabilità a carico di un altro dipendente Anas. Per Lupisella e Palmeri (il primo assistito dall’avvocato Tommaso Navarra e il secondo dall’avvocato Cataldo Mariano) il processo inizierà il 5 aprile del prossimo anno. Matteo Ceci e un amico quel pomeriggio stavano tornando a casa in sella alla moto Aprilia 125. Erano da poco passate le 17.30 e i due erano appena entrati nel tunnel sulla statale 80 lasciandosi alle spalle un violento acquazzone. Secondo la ricostruzione dei carabinieri il ragazzo potrebbe aver perso il controllo del mezzo proprio a causa dell’asfalto bagnato: il centauro venne sbalzato dalla moto finendo contro un autobus che proveniva in senso opposto. Per il giovane non ci fu niente da fare. Anche il passeggero venne sbalzato a terra e finì contro l’autobus riportando ferite. La famiglia di Ceci si è costituita parte civile (è assistita dagli avvocati Gianluca Sabatini e Giuseppe Gliatta).

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