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Pescara, 25/11/2024
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Data: 24/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Sempre più pendolari per il “metrò”. San Marco e Tribunale sono frequentatissime, Porta Nuova è un cantiere: ma chi viaggia chiede sicurezza e risparmio

PESCARA Poche città d’Italia hanno tante stazioni ferroviarie quante ne ha Pescara. Sono ben 4, ma mentre 2 – Centrale e Porta Nuova – sono stazioni “classiche”, le altre – Tribunale e San Marco – sono considerate da Trenitalia come «fermate di servizio metropolitano», quindi non presidiate per esempio dalla Polfer, senza biglietteria ma munite di pensiline, panchine per l’attesa, macchinette automatiche per l’acquisto del ticket, senza bar e servizi vari. Insomma un po’ come una fermata, appunto, del metrò. Il tutto aderisce a un disegno da tempo tratteggiato, ma mai sviluppato, di una metropolitana leggera di superficie, che possa abbracciare una vasta area che va da Chieti all’interno, a Lanciano a Sud e Montesilvano/Silvi a Nord. Con Pescara al centro. Perché il progetto prenda corpo e funzioni occorre che i mezzi siano puntuali, frequenti e in orari comodi per le diverse tipologie di pendolari: dagli studenti delle superiori a quelli universitari, dagli impiegati ai professionisti e operai. Ed è essenziale che le fermate, come pure le stazioni, siano sicure per i viaggiatori. La percezione di sicurezza di questi ultimi è data soprattutto dall’illuminazione delle fermate – in autunno e in inverno, quando più si viaggia per lavoro e studio, fa buio presto – e dal tipo di persone che le frequentano. Qualche pendolare segnala il disagio di ritrovarsi spesso soli a San Marco, ad esempio. Qui i binari si dipanano sulla direttrice per Roma, e i treni regionali che vi passano arrivano a Sulmona, fermandosi in tutti i paesini della Val Pescara e a Chieti, nuova stazione di Madonna delle Piane che serve l’università d’Annunzio e l’ospedale: una potenziale utenza enorme cui si aggiunge quella della vicina Agenzia delle Entrate. «Quando mia moglie torna da Scafa, dove lavora, e arriva alle 17.30 non c’è nessuno», racconta Luca F., «vado a prenderla perché è notte e c’è da aver paura: ci sono brutte facce, soprattutto drogati che ti ronzano attorno e quando è buio...». E di fronte all’ingresso, con scaletta e cancello, ma senza ascensore per disabili, si spalanca il quartiere popolare di San Donato, con le sue problematiche. Il comandante della Poliziaferroviaria Davide Zacconi spiega che lì non c’è un posto fisso perché, appunto si tratta di una fermata, e la strategia messa in atto ne prevede solo in grandi stazioni. «Anche se qualche passaggio lo facciamo», aggiunge, «magari se chiama un capotreno per segnalare problemi con un qualche utente che non paga il biglietto. o un viaggiatore stesso. Ma devo dire che non sono frequenti, anzi sono rarissime, richieste di aiuto per furti, scippi o violenze». La stazioncina, che conta nei feriali 28 treni, non viene chiusa di notte, dunque non si può escludere che qualche disperato vada a dormirci, con il rischio che i primi viaggiatori del mattino o gli ultimi della sera (primo treno alle 6.04, ultimo alle 21.30) ne trovino sdraiati sulle panchine. La fermata Tribunale è uno specchio. Non solo non ci sono resti di bivacchi tra le panchine pulite e le macchinette, di alcolizzati o drogati, ma neanche di fumatori con le loro cicche o viaggiatori incivili che lasciano pattume. Questa è sulla più trafficata e popolosa direttrice adriatica – da Lanciano a San Benedetto del Tronto con deviazione per Teramo – ed è dunque frequentatissima dal personale pendolare dell’attiguo Palazzo di giustizia, così come da avvocati e giudici e sono moltissimi gli studenti che la usano, diretti al vicino, e con collegamento pedonale, ateneo di viale Pindaro. E il flusso dei viaggiatori è in aumento, assicurano da Rfi. Non così la stazione Porta Nuova, che è ancora un cantiere, ha un solo accesso, con scale, ai binari, senza ascensore funzionante nè discese per i disabili, e nonostante la bella piazzetta su cui affaccia registra frequentazioni inquietanti: gente che si buca sulle scale, giovani sporchi e dallo sguardo perso a caccia di monete, rifiuti lasciati qua e là. Per i biglietti c’è la macchinetta e si possono acquistare anche al bar all’interno. Da qui, come dalle fermate San Marco e Tribunale, il biglietto per la stazione centrale costa 1,20 euro. Come l’autobus, «che preferiamo e che è a pochi passi», osservano i pendolari, «perché se non abiti proprio vicino alla Centrale è inutile prendere il treno». Attesissimo da tutti nella vasta area metropolitana il promesso biglietto unico per trasporto su gomma e rotaie, ma la strada per avere la metropolitana pescarese è ancora lunga.

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