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Data: 24/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caos Roma - Raggi, tris di nomine ma su Tutino al bilancio è nuovo gelo nel M5S. Arriva l'ex consigliere della Corte dei Conti Per i grillini era un «esponente della casta»

C'è il nuovo assessore al Bilancio, ma ci sono subito polemiche e tensioni all'interno dei 5 Stelle. Sì, perché la scelta di Salvatore Tutino, già dirigente del Mef e poi giudice della Corte dei conti, ai tempi di Google, non poteva non fare saltare fuori una vecchia dichiarazione di Di Battista - 2013 - che parlava di casta elencando una serie di nomi di super dirigenti con maxi stipendi grazie al governo Letta. Tra loro c'era anche Tutino. Anche Carla Ruocco attaccò la sua nomina a consigliere della Corte dei conti. Bene, ora che la stessa persona messa in mezzo dai moralizzatori a 5 Stelle entra nella giunta Raggi sono in molti, anche nella base, a domandarsi se sia questa la strada giusta.
TRE SETTIMANE E MEZZO
Comunque sia, c'è un altro dato importante: a ventiquattro giorni dall'addio di Marcello Minenna, Carla Romana Raineri e Alessandro Solidoro che hanno lasciato libere le caselle chiave dell'assessorato al Bilancio e alle Partecipate, del capo di Gabinetto e del vertice di Ama, la sindaca Virginia Raggi sembra avere ricomposto il puzzle. Sia chiaro, con calma: non ci sono ancora le nomine ufficiali, il Campidoglio ha confermato che se ne parlerà la prossima settimana, visto che questa mattina la Raggi salirà su un volo Vueling che da Fiumicino la porterà a Palermo per partecipare alla festa Italia a 5 Stelle con Beppe Grillo. Però la lista è pronta. Le deleghe del Bilancio e del Patrimonio andranno a Salvatore Tutino, giudice in pensione della Corte dei conti, una figura dunque simile a quella di Raffaele De Dominicis, l'uomo che è rimasto assessore solo 24 ore, visto che dopo averlo nominato la Raggi lo ha repentinamente scaricato (anche se non ha mai varato l'ordinanza di revoca). Il filo che ha portato la Raggi a Tutino è sempre quello del suo collaboratore Andrea Mazzillo, figlio di Luigi, anch'egli già giudice della Corte dei conti che ha fatto da mediatore in questa ricerca non proprio lampo. Attenzione, a Tutino non andrà la delega delle Partecipate, perché l'orientamento della Raggi è quello di portare da nove a dieci il numero degli assessori (spendendo dunque i soldi di uno stipendio in più, anche se comunque ha una squadra meno folta di quella di Marino che invece aveva dodici assessori). Se per il Bilancio si affida all'esperienza di un giudice in pensione, per le Partecipate punta su un giovane professore originario di Veroli (Frosinone), Alessandro Gennaro. Ha 39 anni è docente a contratto alla Sapienza di Finanza internazionale. Ancora il suo è un nome in una short list, dunque la decisione non è ancora stata presa.
Ieri in giunta, per la presentazione agli assessori, oltre al candidato alle partecipate e a Tutino, c'era anche il nuovo capo di gabinetto, che avrà anche la delega all'anti corruzione.
LE COMPETENZE
Si tratta di un ufficiale della Guardia di finanza (anche il fedelissimo della Raggi, Raffaele Marra, proviene dalla Finanza) che, tra i tanti incarichi ricoperti, è stato anche capo ufficio stampa (potrebbe essere utile alla giunta Raggi nel migliorare la comunicazione): Gianluca Berruti, 37 anni, romano, ex calciatore, che ha già chiesto il distacco alla guardia di finanza per occupare il posto lasciato libero dalla Raineri, dopo le tempestose dimissioni. Una curiosità: Gianluca è fratello di Giulio Berruti, attore di fiction molto amato dal pubblico femminile. Ora si tratta di capire quale sarà il suo compenso, visto che proprio dal maxi stipendio assicurato alla Raineri era partito un fiume di polemiche e rivolte interne al movimento 5 Stelle, culminato con l'addio della diretta interessata, dell'assessore al Bilancio e dell'amministratore unico dell'Ama. A proposito: anche il nome del successore di Solidoro è ormai pronto, probabilmente la Raggi ha già scelto tra i curriculum arrivati dalla Lombardia (anche grazie alla mediazione del guru della differenziata Roberto Cavallo).

Arriva l'ex consigliere della Corte dei Conti Per i grillini era un «esponente della casta»

IL PERSONAGGIO

Secondo Carla Ruocco era un esponente della casta, secondo molti è un esperto della lotta all'evasione e un esperto ex funzionario del ministero dell'Economia e soprattutto consigliere della Corte dei conti. Secondo la Raggi è l'uomo giusto per l'assessorato al Bilancio, anche se viste le esperienze dell'ultimo mese è meglio non dare nulla per certo fino a quando non c'è l'atto di nomina scritto. E nemmeno dopo, visto il caso di Raffaele De Dominicis, incaricato e poi revocato a stretto giro di posta. Primo dato: continua la tradizione dei giudici della Corte dei conti all'assessorato al Bilancio del Comune di Roma, anche se finora non è andata benissimo.
I PRECEDENTI
Nel 2013, Ignazio Marino nomina una giovane magistrata della Corte dei conti, molto preparata, Daniela Morgante. Ma dopo nemmeno un anno se ne va, in polemica con il sindaco-chirurgo. 2016, è storia recente, quasi una gag: Virginia Raggi va a Porta a Porta e spiega che il vento è cambiato perché come assessore al Bilancio ha nominato niente meno che un giudice della Corte dei conti in pensione, Raffaele De Dominicis. Solo che il giorno dopo, su Facebook, spiega che De Dominicis non va più bene, anche se dimenticherà per un po' di tempo di varare l'atto di revoca formale. Ora tocca a Salvatore Tutino, consigliere della Corte dei conti in pensione, cercare di spezzare la recente tradizione negativa.
Ma chi è l'assessore al bilancio scelto dalla Raggi?
IL CURRICULUM
Dirigente del Mef, negli anni Ottanta si occupò di analisi e studi al Dipartimento economico della Presidenza del consiglio dei ministri. Dal 1992 lavora al Servizio consultivo e ispettivo tributario (Sicet) dove, nel 1998, diviene direttore. Sette anni dopo lo ritroviamo direttore dell'Informatica per la fiscalità. In precedenza è stato direttore di ricerca presso l'Isae. All'interno del Ministero dell'Economia ha lavorato su vari settori: il riordino della tassazione dei redditi familiari; la quantificazione e la distribuzione dell'evasione fiscale (1995); la revisione del redditometro. Docente e curatore di seminari presso alcune Università (Roma, Cassino, Siena, Urbino) e istituzioni (Guardia di Finanza, Scuola Superiore Economia e Finanze, Formez), è stato anche autore di articoli e saggi su temi di finanza pubblica, di politica fiscale e di welfare. Fino al dicembre 2006 è stato Dirigente Generale nel Ministero dell'Economia e delle Finanze. Inoltre, è stato tra i fondatori Cer, centro Europa ricerche. Insomma, un curriculum ricchissimo che culmina con la nomina a consigliere della Corte dei Conti.
LA NOMINA
Ma ciò che succede nel 2013 scatena l'ira moralizzatrice del solito invettivista Di Battista e di Carla Ruocco. Governo Letta, la nomina da parte del consiglio dei ministri di Tutino a consigliere della Corte dei Conti accende il fuoco. In discussione finisce la designazione sua e di altri quattro giudici varata poco prima che entrasse in vigore il tetto di 300 mila euro sul cumulo di pensioni, vitalizi e stipendi pubblici. Fu allora che il barricadero Di Battista, oggi gendarme della Raggi, scrisse: «Contro cinque esponenti della casta». Uno era appunto Di Battista. Chissà se ne parlerà anche oggi nell'happening dei 5 Stelle a Palermo con Grillo e la Raggi sul palco.

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