TERAMO Si avvelena il dibattito sull'idea di destinare i 10 milioni di euro che il Masterplan stanzia per la funicolare centro-università alla sicurezza delle scuole. La proposta, lanciata dal centrodestra in consiglio regionale, è stata bocciata dalla maggioranza. Questo ha suscitato la vis polemica di Paolo Gatti, al quale dà manforte il deputato Ncd Paolo Tancredi mentre gli rispondono per le rime il rettore dell'università Luciano D'Amico e i consiglieri regionali del Pd. Di sicuro il progetto inserito nel Masterplan finirà per essere oggetto di un consiglio comunale straordinario. Le dichiarazioni di Gatti suscitano la reazione del rettore dell'università di Teramo Luciano D'Amico, che è l'ideatore della scheda progettuale della funicolare, ma anche quella dei consiglieri regionali teramani chiamati in causa sulla responsabilità politica di questa scelta, ovvero Sandro Mariani, Luciano Monticelli e l'assessore regionale Dino Pepe. D'Amico, convinto che il tema della sicurezza delle scuole sia una priorità, ritiene che questa vada sostenuta attraverso canali di finanziamento ad hoc sui quali la Regione starebbe lavorando. «La sicurezza è un tema troppo importante per essere trattato svogliatamente 5 minuti dopo il terremoto, così sembra demagogia», dice il rettore. «Sono talmente convinto che sia una priorità che il mio primo provvedimento da rettore è stato quello di firmare con urgenza la chiusura di viale Crucioli conscio che i locali fossero privi di adeguamenti sismici. E' giusto ragionare su come intercettare fondi per la sicurezza, ma vanno individuati i giusti canali senza sacrificare i fondi per lo sviluppo. Per la sicurezza serve una pianificazione, un percorso davvero risolutore, e il presidente D'Alfonso ci sta lavorando, altrimenti si corre il rischio di fare l'ennesima caciara post terremoto. So bene che si tratta di lavori che non danno ritorno di visibilità ma è un percorso che va fatto a che l'ateneo ha sostenuto anche a costo di sacrifici dolorosi visto che abbiamo chiuso diverse sedi e applicato l'aumento delle tasse per finanziarci i lavori di adeguamento sismico che ci sono costati da un milione e mezzo a due milioni all'anno. Questo ci ha permesso di fare il trasloco dei laboratori e degli uffici amministrativi a Colleparco. Sono consapevole del lavoro del sindaco Brucchi, ma se vale questa logica mi domando perché non si possano destinare i soldi dei lavori di corso San Giorgio alla sicurezza delle scuole». Per i consiglieri regionali Gatti non ha la credibilità politica per lanciare accuse. «Se si vuole essere propositivi», scrivono Mariani, Pepe e Monticelli, «bisogna essere seri e credibili, altrimenti si fanno solo proclami sensazionalistici. Distrarre fondi dallo sviluppo del territorio porta con sé il vago ricordo di una stagione che ha letteralmente ucciso una città, penalizzandola su tutti i fronti, compreso quello della sicurezza degli edifici strategici, che non ci risulta sia mai stato preso di petto, durante la lunga parentesi governativa del centrodestra teramano, sia a livello cittadino che a livello regionale. A Teramo su 34 complessi scolastici solo 12 hanno i certificati di abilità sismica che erano obbligatori per legge e la cui scadenza era a marzo 2013, in piena giunta Chiodi-Gatti. Forse è per nascondere questa grave inadempienza, che Gatti solleva un polverone sul Masterplan». Di segno opposto le considerazioni dell'onorevole di Ncd Paolo Tancredi secondo il quale «D'Alfonso tratta Teramo come una colonia del suo impero. Sono d'accordo con Gatti, è indubbio che esiste un problema di collegamento con il polo universitario, ma si può discutere di altre soluzioni visto che Teramo non è Tokyo e piazza Garibaldi dista da Colleparco 15 minuti a piedi». Per Tancredi la presenza di un’emergenza, come il sisma, non è slegata da una proposta di sviluppo. «Ritengo che l'idea di un polo scolastico, del consolidamento strutturale e magari di una migliore viabilità sia un argomento di grande sviluppo e non va slegato da questo concetto. Non sono contrario alle opere, anzi è sempre positivo che si pensi a delle proposte per la città. Ma mi domando se esiste un progetto reale su come sarà questa funivia, un piano economico di sostenibilità dei costi di gestione, e se serve davvero. Perché le associazioni imprenditoriali e i sindacati non fanno sentire la loro voce? Non è un fatto confinato al Comune, ma a un'intera classe dirigente teramana che deve esprimersi su cosa è opportuno fare sugli unici 10 milioni di euro certi». Intanto, sul tema funivia, Gatti ha annunciato la convocazione di un consiglio comunale straordinario per lanciare un segnale politico di distinguo.