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Pescara, 25/07/2024
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Data: 25/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Under 35, sei su dieci vivono con i genitori

ROMA Quando nel 2007 l'allora ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, coniò la definizione di «bamboccioni» per indicare i giovani intorno ai 30 anni che ancora stavano a casa con i genitori, scoppiò un putiferio. Con analisi sociologiche ed economiche sul perché i single italiani, a differenza di quello che accade negli altri Paesi, sono costretti a rimanere attaccati alla sottana di mammà. Al di là delle polemiche è un dato di fatto - lo certifica l'Istat - che da allora la situazione è solo peggiorata. Sono ormai (dati 2015) sette milioni gli under 35 che continuano a vivere nella stessa cameretta dell'adolescenza, a cibarsi delle prelibatezze cucinate dalla mamma, alla quale continuano anche a consegnare cesti di camice, gonne e pantaloni da lavare e stirare. Come nel 2014 rappresentano il 62,5% dei giovani tra di età tr a i 18 e i 34 anni non sposati. Il doppio dei coetanei francesi e inglesi. Quattro volte rispetto ai giovani dei paesi nordici (in Danimarca è il 15%, secondo i dati Eurostat).
Il 62,5% è il livello più alto da quando, quindici anni fa, l'Istat ha iniziato a monitorare il fenomeno. L'asticella comunque è rimasta sempre più o meno intorno al 60% (i minimi sono stati toccati tra il 2009 e il 2010 al 58,6%). A dimostrazione che i bamboccioni/mammoni in Italia sono il risultato di un sistema culturale oltre che economico. Dove la famiglia d'origine resta il perno centrale nella vita di una persona.

UNO SU TRE LAVORA Per molti resta una non scelta: il 35,5% di questi sette milioni sono ancora studenti. E sono anche i più giovani. Un altro 29,7% sono invece disoccupati. Ci sono però circa due milioni e duecentomila giovani (il 31,8% della platea) che un lavoro ce l'hanno. E comunque preferiscono restare a casa con i genitori. La cosa che fa più riflettere è che molti di questi hanno già spento le trenta candeline (il 55,3% dei giovani tra i 30-34 anni che vivono con i genitori hanno un lavoro). Simile la situazione anche dei bamboccioni tra i 25 e i 29 anni: è occupato il 46,5%.
Le donne si confermano più autonome e indipendenti dei coetanei maschi: solo il 56,5% delle ragazze under 35 non sposate vive con i genitori, contro il 68,2% dei maschietti. Quanto alla distribuzione sul territorio, la percentuale più alta è nel Mezzogiorno (67,8%) ma qui la disoccupazione giovanile è all'apice; seguono, non a grande distanza, il Centro (61,4%) e il Nord (58,1%).
Come è fisiologico, la percentuale scende al crescere dell'età: se vive ancora con i genitori la quasi totalità dei neomaggiorenni (97,5%), si passa all'89,9% tra i 20 e i 24 anni, al 62,4% tra i 25 e i 29 anni per scendere al 29,2% per la classe 30-34. Che comunque significa a 30 anni uno su tre vive ancora con mamma e papà.

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