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Data: 26/09/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Pensioni, resta il nodo risorse al tavolo tra governo e sindacati

ROMA Dopo quattro mesi dall’avvio del tavolo governo-sindacati, partito a fine maggio, martedì 27 arriverà l’attesa sintesi del confronto sulle politiche del lavoro e sulle pensioni. Un “faccia a faccia” conclusivo che definirà gli interventi in materia previdenziale - dall’anticipo pensionistico agli “sconti” per i lavoratori precoci fino alle quattordicesime - da inserire nella manovra di bilancio, che verrà presentata a metà ottobre, e le risorse a disposizione. Anche perché il confronto di martedì si terrà poche ore dopo il varo della nota di aggiornamento del Def. Il quadro sarà dunque più chiaro: fino ad oggi, si è parlato di una dote di 2 miliardi di euro, i sindacati, in particolare la Uil, hanno quantificato sin dall’inizio la richiesta in almeno 2,5 miliardi. In settimana si riaccendono i fari anche sul rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, fermi da sette anni, con un incontro in programma sempre martedì dei sindacati di categoria. Il confronto “politico” sulle pensioni tra il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, inizialmente fissato per lo scorso 21 settembre, è stato fatto slittare di una settimana per la necessità di «completare gli approfondimenti», come spiegato dallo stesso Poletti. I sindacati si aspettano dei passi in avanti. Sul merito e sulle risorse, appunto. Per l’Ape (in sostanza un prestito ventennale con l’intervento di banche e assicurazioni) verrebbero stanziati 500 milioni circa per il 2017: la possibilità di andare in pensione prima dovrebbe essere consentita dall’anno prossimo a chi ha 63 anni di età, quindi fino a tre anni e sette mesi prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia. I costi saranno pressoché pari a zero per chi beneficerà della cosiddetta “Ape social”, ossia per disoccupati, chi assiste familiari disabili e alcune categorie con lavori faticosi e rischiosi come gli operai edili, e saliranno fino anche a sfiorare il 25% dell’assegno nei casi di Ape volontaria. Un nodo resta quello dei lavoratori precoci, coloro che hanno cominciato a lavorare prima dei 18 anni: per questo capitolo, al momento sul tavolo ci sarebbero 600 milioni e l’ipotesi di riconoscere uno “sconto” sull’accesso alla pensione anticipata di tre mesi ogni anno di lavoro prima della maggiore età o di circoscriverlo a chi ha cominciato prima dei 16 anni. Per i sindacati, andare incontro a questa categoria è una delle priorità e lo sforzo deve essere maggiore. Sul tavolo anche l’allargamento delle quattordicesime (altri 600 milioni sul piatto) e della no tax area per i pensionati (250 milioni), lavori usuranti e ricongiunzioni gratuite (100 milioni ciascuno). Altro capitolo su cui è concentrata l’attenzione è quello del rinnovo del contratti pubblici. In questo caso, si parla di uno stanziamento per il 2017 tra i 500 e i 700 milioni: i sindacati chiedono risorse «adeguate», dopo sette anni di blocco. Sempre martedì, in attesa dell’apertura della trattativa vera e propria e della definizione delle cifre, le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil riuniranno gli esecutivi unitari per avviare un percorso comune verso l’obiettivo del rinnovo.

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