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Pescara, 25/07/2024
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Data: 26/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
M5S, Raggi resiste comizio senza Roma «E sugli assessori decisioni solo mie». Salta la foto assieme a Grillo «Vai avanti, ma basta errori»

PALERMO Balla. Mulina le braccia in aria. Lancia baci. Si prende i cori dei grillini, ma anche qualche rosa e un quadro con il Colosseo che autografa. E poi i selfie dei militanti, le dirette Facebook quando passa tra i gazebo. La ressa delle telecamere. E sul palco attacca in maniera frontale il premier Matteo Renzi («E' finito: dopo il no alle Olimpiadi il prossimo sarà quello al referendum») , e grida: «Dopo Roma, prendiamoci l'Italia». L'ultimo giorno della festa del M5S si trasforma nel Virginia Raggi day.
La sindaca di Roma, jeans e scarpe da ginnastica con giacchetto legato in vita, arriva a Palermo con un giorno di ritardo causa impegni di lavoro (il crollo di una palazzina nella Capitale) e monopolizza l'evento del Foro Italico. L'accoglienza che le viene riservata dalla base non ha paragoni. Tocca i livelli di quella che c'è per «l'elevato», come si autodefinisce Grillo con sarcasmo.

LE QUESTIONI APERTE La Raggi parla alle 16, appena atterrata incontra Grillo e Casaleggio junior. Lasciando l'hotel dice: «Gli assessori mancanti? Mi consulto con i consiglieri comunali e con gli altri assessori». In poche parole deciderà il Campidoglio se il giudice della Corte dei Conti Salvatore Tutino sarà il responsabile del Bilancio, ipotesi tra spinte e controspinte, ancora in campo. Oggi è in programma un vertice risolutorio in Comune, appunto, con il capogruppo Paolo Ferrara. Da decidere ci sono anche le altre caselle mancanti: partecipate, capo di gabinetto, responsabile dell'Anticorruzione, vertici di Ama. Meglio non dire niente, qui.
Roma è lontana da Palermo. E Virginia sale sul palco per un intervento lungo venti minuti (unico caso nella attenzionatissima scaletta). Parla più da leader che da amministratore. Ringrazia i «pazzi visionari» Grillo e Casaleggio per avere creduto in questo sogno. «Io non mollo rilancia ci vogliono dividere ma non ci riusciranno. Mettiamo paura al sistema». A Roma ammette, dopo quasi 100 giorni di governo, che non «funziona niente». Rivendica il no alle Olimpiadi (che sarà ribadito anche con una delibera di Giunta richiesta dai consiglieri comunali) e se la prende con Renzi: «Doveva rottamare, invece fa gli accordi con Verdini e Berlusconi».

NIENTE ABBRACCI La sindaca fa un discorso politico e poco romanocentrico. Ma si limita a strappare l'applauso quando dice che gli sfollati della palazzina crollata saranno sistemati con bandi trasparenti in un hotel, «prima ci pensavano Buzzi e Carminati». Sul palco nessun abbraccio dopo il discorso con Grillo. Forse nelle retrovie accade con Davide Casaleggio. Che in questa festa è diventato protagonista, seppur con un basso profilo. Luigi Di Maio e Di Battista parlano di legge elettorale durante In 1/2ora, Grillo chiama Assange per ricordare la pochezza della stampa italiana.
C'è la voglia di ritornare alla purezza movimentista delle origini per il comico che adesso è ritornato in campo: dieci anni fa eravamo piccoli piccoli. E scorrono le immagini delle invettive del comico nella Prima repubblica contro informazione e chi detiene l'energia. Beppe sogna lo spirito del vaffa-day, anche è impossibile. E arringa la folla: ci gettano addosso fango galattico, ma perdiamo solo lo 0,1%.
Nel frattempo è intenzionato a porre fine ai veleni interni che hanno monopolizzato questa festa. A partire dalle rivalità interne al direttorio e al resto dei vertici. Il blog sarà pronto a censurare, quindi a scomunicare, con interventi netti e critici chi seminerà zizzania con interviste e dichiarazioni pubbliche contro altri esponenti pentastellati. Roberta Lombardi, l'anti Raggi per eccellenza, chiude la kermesse: non parla mai di Roma, anche se in privato si sfoga per l'andazzo del Campidoglio.
E' stata lei il motore di tutto questo villaggio che sogna Palazzo Chigi. Ma il pensiero finale è per chi non c'è più: Gianroberto Casaleggio. Quando è ora di tornarsene a casa, vengono liberati tanti palloncini in aria per ricordare il fondatore che si «è ammalato per questa idea». Sono palloncini pieni di pensieri e responsabilità. Raggi, per dire, quando tutto questo accade è sul volo che la riporta a Roma.


Salta la foto assieme a Grillo «Vai avanti, ma basta errori»
IL RETROSCENA

PALERMO «Beppe, Davide: lasciatemi lavorare». «Virginia vai avanti, ma esci da questa continua logica dell'emergenza: devi dare dei segnali, basta errori». Hotel Posta, ore 11, saletta interna. Caffè e pasticcini siciliani per colazione. Al tavolo la sindaca Raggi, appena atterrata, Beppe Grillo e Davide Casaleggio. E' un trilaterale («termine che ormai abbiamo sdoganato», scherza qualcuno).
Il comico, ritornato capo politico, è deciso: chiede alla «signora» quale sia l'exit strategy per raddrizzare la barca. Dagli assessori allo staff, passando all'adozione di provvedimenti che caratterizzino il movimento nella Capitale. Il figlio di Gianroberto preferisce ascoltare e interviene di rado («Bisogna dare un segnale sull'ecologia e l'ambiente»). Il vertice dura 40 minuti. La Raggi prende appunti. Poi si affacciano Max Bugani, responsabile del sistema Rousseau e testa milanese del M5S anche se è consigliere comunale a Bologna, e Rocco Casalino. La riunione si allarga e diventa operativa. Si parla della comunicazione della giornata. Di quello che dirà la sindaca tra poco ai cronisti fuori dall'hotel e, soprattutto, al discorso che pronuncerà sul palco.

IL MESSAGGIO Virginia scrive, apre e chiude l'iPad. La versione che filtra dal Comune di questo incontro a tre sarà il classico «è andato tutto bene: hanno parlato di progetti». La versione traballa un po' quando Raggi prima di ficcarsi in auto, direzione Foro Italico, dice che «gli assessori li decide Roma» e che lei si «consulta con i consiglieri comunali e con gli altri assessori». Sembra, e lo è, un messaggio ai vertici del M5S. Si può leggere che la nomina di Salvatore Tutino al Bilancio, ora bloccata, verrà presa nel bene o nel male in Campidoglio, e non altrove. Il problema è di metodo generale.
Bugani, in un momento di sfogo ammette: «Prima della trasparenza, il M5S ha come principio la coerenza con la nostra storia. La Raggi scelga le persone di cui si fida». Ma, questo è quello che pensano alla Casaleggio associati, non devono essere scelte che mandano in tilt la base e i vertici anche adesso camminano in ordine sparso.

L'ISOLAMENTO Alla festa scena e retroscena sono ben tagliate dal palco. Dietro le quinte raccontano diversi parlamentari, c'è «molto imbarazzo davanti a Virginia». Nessuno si fa vedere con lei, il discorso non riguarda solo Roberta Lombardi, Paola Taverna e gli altri ortodossi. La foto del giorno con Grillo non c'è. Nemmeno una citazione se non quella che il comico le fa quando parla, scherzando, dei giornalisti che cercano i peli sulle gambe della Raggi. Ma lo scatto della pace, o del clima disteso, non viaggia su Twitter né su Facebook.
Roberto Fico anzi manderà un messaggio di solidarietà ai cronisti aggrediti nella calca che si era creata intorno alla sindaca. Alessandro Di Battista per una volta non indossa i panni dell'invettivista e parla del Campidoglio un po' come l'ultimo Matteo Orfini faceva con Ignazio Marino, con il distacco del commissario politico che non ci vuole mettere più la faccia. «A lei oneri e onori». E sulla difesa (a tempo) dell'assessora Paola Muraro è netto: «Se ne assume Virginia la responsabilità». Luigi Di Maio, nel backstage, riunisce una pattuglia di parlamentari e, guardando il mare, prova a dettare la linea: «Ragazzi, dobbiamo sostenerla. Quando vado in missione all'estero tutti mi chiedono di lei, di Virginia, di Roma. E' troppo importante». La Raggi è funzionale al futuro del M5S: è la didascalia del ragionamento del vicepresidente della Camera.
C'è comunque un fatto che notano tutti: il peso mediatico che la sindaca ha conquistato. L'accoglienza della base, la percezione nel popolo grillino, la difesa d'ufficio che sfoga nel complottismo più ardito. Il discorso della prima cittadina dietro le quinte viene vivisezionato. A diversi non piace. «Non è programmatico, non ci sono passaggi sugli errori commessi». Virginia saluta tutti alle 17, ritorna a Roma. Con tanti applausi dei militanti, ma senza la foto con Grillo.

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