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Pescara, 25/07/2024
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Data: 26/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cronisti insultati e spintonati, è polemica

PALERMO I gazebo della festa inneggiano tutti a qualche libertà. E la libertà di parola sembrava essere, nella gerarchia del grillismo specie quello delle origini, piazzata ai piani alti. E invece. Quando Virginia Raggi arriva sul pratone del Foro Italico, e tutti la festeggiano, nella calca ci sono anche i giornalisti e l'entusiasmo per Virginia di alcuni grillini si trasforma in astio gridato contro i cronisti, colpevoli di non esaltare, come meriterebbero, le gesta del sindaco di Roma. E dunque: «Buffoni, andate via!». E ancora: «Ladri di verità». Di più: «Pennivendoli e prezzolati!». Parapiglia. Volano spintoni.

L'INSOFFERENZA E comunque doveva accadere qualche scena così. Perché negli ultimi tempi l'insofferenza dei più esagitati tra il popolo grillante stava montando. Non solo qui a Palermo, ma in generale nelle varie piazze allestite dal Movimento. Anche in quella di Nettuno, poche settimane fa, inviati tivvù sono stati coperti di insulti. Ieri, di nuovo. Secondo lo schema consueto: i problemi dei 5 stelle li inventa l'informazione. Punto. Poi però la Raggi, a fine kermesse, si è scusata per l'accaduto: «C'è stato qualche problema ma ora è tutto risolto». La stessa Raggi dal palco, prima di questa dichiarazione conciliante, aveva tuttavia attaccato di continuo l'informazione che «ci denigra perché ci teme». E «tra un po' se la prenderanno con me anche perché ho le orecchie grandi. Ma va bene: noi non abbiamo paura».
I grillini dell'Assemblea regionale siciliana a loro volta hanno dato «solidarietà ai giornalisti insultati e strattonati». Aggiungendo tuttavia: «Chi ha maltrattato i cronisti non ha nulla a che fare con il nostro movimento». Il che non parrebbe, e comunque dall'inizio della kermesse si sono registrati attriti tra attivisti e stampa, con i primi che hanno rivolto all'indirizzo dei giornalisti presenti nell'area stampa offese e insulti. Provenienti sia dal palco sia rivolti direttamente sotto i tendoni: «Ah, sei giornalista? Quando la smettete di raccontare balle su di noi?». Questa la frase tipo. A volte confidenziale, a volte minacciosa e condita, come ieri nel parapiglia, da aggettivi hard: come «schiavi» e «servi del potere».

LA CONDANNA L'episodio è stato condannato dal Movimento, che tramite una nota dei deputati e dei senatori spiega: «L'odio non fa parte del nostro Dna. Gli episodi di aggressione ai cronisti non ci appartengono, e ne prendiamo nettamente le distanze. Noi difendiamo chi lavora, soprattutto chi lo fa da precario per pochi euro al mese». A inasprire il clima ci ha pensato poi, una volta tornato sul palco, lo stesso Grillo che ha detto: «I nostri giornalisti sono quelli che fanno paginoni su Virginia Raggi che ha la cellulite e i peli sulle gambe. Questo è il nostro giornalismo medio di oggi». Senza il quale, evidentemente, Roma sarebbe già diventata un Eldorado.

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