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Pescara, 25/07/2024
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Data: 27/09/2016
Testata giornalistica: Mapero'
Portaborse, c’è chi dice sì. Il caso cinquestelle esplode e urta il nervo scoperto del movimento di Lilli Mandara

E’ il giorno delle polemiche, e degli imbarazzi, e delle bocche cucite e dei telefoni che squillano a vuoto. Dopo la parentesi di Palermo, tutti uniti tutti contenti tutti zitti, il caso cinquestelle esplode e urta il nervo scoperto del movimento: sui soldi non si scherza e uno stipendio di 4.783 euro lordi per i collaboratori dei consiglieri regionali abruzzesi e’ un bel pugno nello stomaco, hai voglia a dire che loro rispettano le regole e i contratti: non ci stanno gli attivisti grillini, vogliono vederci chiaro, si sentono traditi.

E così si scatena la caccia al colpevole: chi ha votato l’aumento a 4.783 mila euro mensili lordi (2.900-3.000 netti) per 12 mensilità per i portaborse, chi l’ha accettato senza colpo ferire, senza parlarne, senza renderlo pubblico e discuterne, come si fa sempre i questi casi, e perchè non l’hanno rifiutato? Possibile che gli attivisti debbano scoprire solo ora che ognuno dei cinque consiglieri regionali pentastellati dispone di un collaboratore di fiducia con contratto Cococo che incassa 4.783 euro come “costo mensile minimo” per 12 mensilità, e che l’emendamento che ha fatto scattare un aumento del 35 per cento a gennaio scorso portando da 43 mila a 57 mila euro lordi la dotazione per ogni consigliere, sia passato anche coi voti dei grillini?
Ebbene, pare proprio così. Anche se le voci che si rincorrono raccontano di un gruppo spaccato, dove Pietro Smargiassi e Riccardo Mercante hanno votato contro, mentre Gianluca Ranieri, Sara Marcozzi e Domenico Pettinari hanno detto sì.
E poi: come mai i Cinquestelle hanno deciso di caricare tutta la dotazione su un solo collaboratore, chiedono gli attivisti, invece di far lavorare qualche persona in più? Una collaboratrice del consigliere Leandro Bracco ha postato su Facebook la propria busta paga: 1.350 euro mensili, così hanno fatto altri di Forza Italia e del Pd, spacchettando la dotazione in vari contratti part time. La Regione della cuccagna eccola qua.

Si consuma tutto in pochissimo tempo, a cavallo tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016: una norma viene infilata di soppiatto nella finanziaria regionale, con la scusa che così ci si adegua alle altre Regioni, Marche in prima fila, e viene approvata con un emendamento alla legge di stabilità del 2016 nel Consiglio regionale di fine anno (i Cinquestelle sono tutti assenti). Grazie a questa norma i dipendenti dei gruppi consiliari della Regione Abruzzo, a partire da gennaio 2016, trovano in busta paga gli aumenti e anche i buoni pasto e i compensi per il lavoro straordinario, in linea con i benefit dei dipendenti regionali veri e propri, quelli assunti con regolare concorso ma anche no (come quelli dello staff dei presidenti).

Facile e veloce, come la Regione by Luciano D’Alfonso. Poi, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, il 3 febbraio 2016 mette tutto nero su bianco e grazie all’emendamento della finanziaria, stabilisce che per la determinazione del costo di un dipendente di categoria D, vadano calcolati lo stipendio tabellare, l’indennità di comparto, la tredicesima mensilità, i buoni pasto (2 per settimana lavorativa nel limite massimo di 96), lo straordinario col limite di 100 ore annue, indennità, contributi previdenziali, vacanza contrattuale. Questi soldi potranno essere usati solo per il reclutamento di personale e se non dovessero essere spesi, finiscono di filato nell’esercizio finanziario successivo. Naturalmente, più folti sono i gruppi, più alto è il budget assegnato.

Sta di fatto che il Consiglio regionale abruzzese spende per i gruppi consiliari la bellezza di 1.705.884,74, che sarebbero 55.028,54 a testa per ognuno dei 31 consiglieri. Per finanziare l’aumento dei gruppi, la Regione ha dovuto arrampicarsi sugli specchi e disporre un prelievo di 363.384,74 dal fondo di riserva per le spese obbligatorie. E nessuno ha fiatato. Certo, se i Cinquestelle o gli altri gruppi avessero deciso di scegliere i propri collaboratori tra il personale interno alla Regione, ci sarebbero risparmi consistenti. Ma così non è.

ps1: è accaduto tutto in quei giorni in cui i Cinquestelle occupano i banchi della giunta regionale e Sara Marcozzi viene strattonata dal governatore Luciano D’Alfonso. Tutti che parlavano di questa violenza, nessuno dell’emendamento con gli aumenti.

ps2: insomma, la Regione della cuccagna fa contenti davvero tutti.

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