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Pescara, 25/07/2024
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Data: 28/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bertolaso, chiesti tre anni di carcere. «Il suo comportamento è stato causa della diffusione del messaggio e delle conseguenze che ne sono derivate». Nel processo “Grandi rischi bis” l’ex capo della Protezione civile è accusato di omicidio colposo plurimo. Venerdì la sentenza

«Bertolaso con il suo comportamento è stato causa della diffusione del messaggio e delle conseguenze che ne sono derivate sulle quali c’è un giudicato. Lui ha iniziato la concatenazione che ha portato a quell’evento. Va dunque riconosciuta la piena responsabilità». Tre anni di carcere per Guido Bertolaso: è la richiesta di condanna del procuratore generale Romolo Como avanzata ieri (alla presenza del collega, Domenico Castellani) nell’ambito del cosiddetto processo “Grandi rischi bis” in cui l’allora capo dipartimento della Protezione civile è accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni, in particolare per aver organizzato «una operazione mediatica perché vogliamo rassicurare la gente», come disse - intercettato - convocando la riunione di esperti del 31 marzo 2009, cinque giorni prima del terremoto del 6 aprile. Nella sua requisitoria Como spiega dal suo punto di vista com’è nata «l’operazione mediatica». «L’intenzione di Bertolaso – ha detto in aula – è stata chiarissima quella di contrastare le tesi allarmistiche, la prevedibilità di un evento più importante dello sciame in atto, portato avanti dal tecnico Giuliani. C’è l’aveva con “l’imbecille”. Bertolaso– decide di non affrontare il tecnico ad armiparimadi schierare contro di lui la “corazzata” della Commissione grandi rischi, perché se avesse portato pareri tecnici contrastanti con quelli di Giuliani, avrebbe portato la popolazione a scegliere o l’uno o l’altro. Si doveva schierare- ha proseguito Como- la corazzata della Cgr che per la stessa fama degli esperti, per l’autorevolezza del consesso di scienziati, avrebbe avvalorato la tesi che lui portava avanti. La sola preannunciata presenza all’Aquila della Cgr tenne in trepida attesa tutti quelli che erano preoccupati e allarmati e al contempo come ha riportato la Cassazione, i cittadini erano desiderosi di avere parole di conforto, di rassicurazione perché nel loro intimo volevano essere rassicurati. Ecco come è nata l’operazione mediatica al cui esito le persone percepirono il messaggio positivo». «Bertolaso se non era presente- ha detto sempre Como- fu il promotore della tesi sciagurata perché aveva organizzato con quello scopo la pantomima, con la riunione della Cgr, dando il suo rapporto casuale alla diffusione del messaggio rassicurante con le conseguenze letali per diverse persone». L’INCHINO Per il procuratore generale Daniela Stati (ex assessore regionale con delega alla Protezione civile) sarebbe stato «il principale veicolo di trasmissione del messaggio», anche nei giorni successivi alla riunione. «Ascolta le parole di Barberi (Franco, presidente vicario della Cgr ndr)- ha detto ancora Como- che ricalcano quelle che al telefono gli aveva detto Bertolaso e non viene smentita dagli esperti quando annuncia di “vado a rassicurare le persone”, aveva in testa le parole imperiose di Bertolaso come oro colato, forse gli aveva fatto pure l’inchino. La Stati è stata messa su quella sedia per distribuzione delle poltrone, era inadeguata a quell’incarico». Secondo Como il sindaco Cialente «non fu allarmato dalla riunione, il sindaco disse soltanto di volere tenere chiuse le scuole un altro giorno per la verifica sulla stabilità». Venerdì attesa la sentenza.

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