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Pescara, 25/07/2024
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Data: 28/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pescara. Giunta azzerata, sindaco al bivio. Si fanno i nomi di Scotolati e Ricci, ma è scattata la difesa delle assessore Santavenere e Teodoro a rischio esonero. A sorpresa spunta la candidatura di Di Pietrantonio, pressing per l’uscita di Diodati e per l’ingresso di Blasioli

Azzeramento della giunta con sostituzioni e rimescolamento delle deleghe: il dado è tratto. Il sindaco ha annunciato ieri alla giunta e ribadirà oggi in consiglio comunale di voler procedere al rimpasto dell’esecutivo entro pochi giorni. Alessandrini è consapevole del malcontento della città per il deludente bilancio della sua squadra e cerca di imprimere un’azione più energica per riconquistare la fiducia dei pescaresi nei due anni e poco più di mandato che gli restano. Il passaggio dalle parole ai fatti rischia però di riservare qualche ostacolo imprevisto al sindaco, soprattutto se è vero - come si sussurra da palazzo di città - che non c’è ancora certezza sulle sostituzioni. Nessuna notizia di candidature autorevoli, salvo quella di Loredana Scotolati cui andrebbero le deleghe pesanti di edilizia e urbanistica che nessunuomodi giunta pare in grado di sostenere; circola il nome di Edvige Ricci per il sociale, delega che, nel caso, verrebbe sottratta a Giuliano Diodati che incasserebbe in cambio quella alla polizia municipale e non solo. In un ipotetico scenario sono date in uscita dalla giunta Sandra Santavenere e Veronica Teodoro, sempre che un passo indietro non venga chiesto anche a Paola Marchegiani. Doveroso procedere con cautela. La situazione è fluida e i rumors destabilizzanti sono fonte di tensione all’interno della coalizione. Alcuni consiglieri di liste civiche sono già al lavoro per scongiurare l’uscita di scena della Santavenere, una che ha pur sempre portato alla causa un migliaio di voti prima di essere nominata in giunta. Allo stesso modo Gianni Teodoro rivendica il contributo della sua lista al successo elettorale e, nel difendere il ruolo della figlia, ritiene che il patto vada rispettato.
LO SCONTRO NEL PD Ma il vero scontro è in seno al Pd, alimentato anche dai contrasti in Regione fra D’Alfonso e Di Matteo che si riflettono sul Comune.Non è escluso, a dirla tutta, che Alessandrini non affidi l’Urbanistica a un uomo- un architetto - motivo per il quale sta esercitando forti pressioni per convincere Giuliano Diodati a lasciare la poltrona (finché può cercherà di resistere). Si vocifera addirittura che Enzo Del Vecchio rischi di perdere il ruolo di vice sindaco (così fosse, è pronto a sbattere la porta) e che in corsa per quell’incarico ci sia nientemeno che Moreno Di Pietrantonio, il cui rientro è sostenuto da un drappello di consiglieri. Non è tutto: insistente, quanto vano finora, anche il pressing per un ingresso in giunta del presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli che ha risposto picche: sia per tutelare la sua pupilla Laura Di Pietro, sia per non finire coinvolto in una faida politica che minaccia di travolgere tutto e tutti e che nella prospettiva di prossime scadenze elettorali sarebbe devastante. Qualora Blasioli dovesse giocoforza accettare (mera ipotesi) si aprirebbeun valzer di poltrone tra presidenza e capogruppo Pd con ingresso in aula di Casciano senza sacrificare Natarelli (in uscita proprio per il ricorso dello stesso Casciano). Tranquillo ma non troppo Adelchi Sulpizio, assessore alle finanze che il sindaco ha fin qui tutelato ma, vista la situazione, neppure lui può dirsi sicuro della poltrona. Il rebus appare quindi talmente complicato che non è da escludere che alla fine, entrata Scotolati o un architetto, tutto si risolva con una redistribuzione di deleghe. Almeno per ora. La giornata di oggi è decisiva per comprendere l’aria che tira. Il consiglio comunale si riunisce alle 8 per approvare bilancio consolidato e variazioni di spesa. Presentarsi in aula senza una nuova giunta definita e per di più con un avviso di sfratto già preannunciato per alcuni assessori rischia di provocare un pericoloso effetto boomerang per Alessandrini: gli andasse male, si ritroverebbe senza giunta, molto peggio che Virginia Raggi a Roma.

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