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Data: 28/09/2016
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Elezioni L'Aquila: centrodestra a pezzi. Dopo D'Eramo anche Biondi candidato. Possibile coalizione di destra radicale con casapound-fratelli d'italia

L’AQUILA - Si aggrava la frantumazione del centrodestra aquilano in vista delle elezioni amministrative del 2017 nel Comune capoluogo.

Dopo l’annuncio della candidatura a sindaco dell’Aquila di Luigi D’Eramo, esponente di Noi con Salvini, giunta direttamente da Pontida, spunta il secondo aspirante alla fascia tricolore: a confermare che è possibile, anzi, probabile una sua discesa in campo è infatti l’ex primo cittadino di Villa Sant’Angelo (L’Aquila) Pierluigi Biondi.

A seguito di un’indiscrezione pubblicata da Newstown, Biondi, dipendente del Comune di Ocre, spiega ad AbruzzoWeb che sì, “ci sono stati incontri e contatti a Roma con Gianluca Iannone di Casapound, che mi ha chiesto la disponibilità che io ho dato”.

La richiesta del leader nazionale del partito di estrema destra disegna una coalizione inserita in quella collocazione che potrebbe contenere più di una lista e che andrebbe a contendere a D’Eramo in sostanza una larga parte dello stesso elettorato.

Una riproposizione, tra l’altro, dei duelli al calor bianco tra Biondi e D’Eramo che avvenivano ai tempi dell’associazionismo giovanile di Alleanza nazionale.

L'ex sindaco non lo cita, ma da quanto appreso la sua avventura potrebbe avere l'appoggio anche di un altro partito, pur piccolo, di estrema destra, Forza Nuova.

Oltre a loro e a Casapound, a sostenere Biondi potrebbe esserci anche il gruppo aquilano di Fratelli d’Italia-An, ammesso che il partito di Giorgia Meloni, amica personale dell’aspirante sindaco, riesca a smarcarsi per correre da solo dall’appartenenza a una coalizione di centrodestra tradizionale che, a questo punto, sembrerebbe non sapere più esattamente che cosa fare.

Da più parti, infatti, si rinnovano gli inviti all’unità, al dialogo e alla costruzione di una coalizione, con il “pontiere” Guido Liris, vice presidente regionale e capogruppo in aula di Forza Italia, a convocare tavoli e tenere febbrili contatti con l’appoggio di altri esponenti forzisti. Il sogno, mai celato ma tenuto al riparo, di una sua candidatura alla guida di un centrodestra unitario.

Un modo per tentare di evitare la frammentazione del 2012, che ha portato alla corsa solitaria senza il partito maggiore, allora il Popolo della libertà, di Giorgio De Matteis (quest'ultimo oggi ancora prudentemente al palo): cinque anni fa, arrivato al ballottaggio contro il centrosinistra con uno schieramento misto civico-politico dall’Udc ai Verdi alla stessa Casapound, è stato poi sconfitto al secondo turno grazie anche al sostegno tiepido, quando non fuoco amico, della parte di centrodestra che aveva superato al primo turno.

Tuttavia, a fronte di questo movimentismo e di ricerca della ricomposizione, a oggi in casa centrodestra si registra una preoccupante corsa alla divisione e alla ricerca dell’interesse particolare.

Per esempio la fuga in avanti dei salviniani, si ragiona all’interno dei ranghi forzisti, sembra più che altro puntare a garantire a Ncs e a Matteo Salvini un risultato di rilievo ben più a Sud della linea di demarcazione della Toscana, assicurando ai post-leghisti numeri auspicabilmente a due cifre, con la spinta di consiglieri radicati sul territorio come Emanuele Imprudente o Daniele Ferella, che porterebbero utile al leader del Carroccio molto più di un risultato complessivo di coalizione positivo.

Quanto alla destra radicale, sarebbe un risultato eccezionale anche solo riuscire a piazzare tra i banchi del Consiglio comunale il candidato sindaco, contando sul consenso che riscuote la sua figura pure tra alcuni moderati di centrodestra, per via della buona esperienza di amministratore di un Comune piccolo, segnato dal sisma con 20 vittime e tra i più positivi nel gestire la ricostruzione.

Ricordando sempre che ogni candidatura è facilmente ritirabile fino a quando non ufficialmente presentata all’ufficio elettorale e che i tempi sono quasi maturi ma ancora con margine, mentre si va completando questo scacchiere alcuni pezzi restano ancora da posizionare.

È il caso, per esempio, di Ersilia Lancia, nei mesi scorsi indicata secondo indiscrezioni come possibile candidato sindaco a sorpresa con l’appoggio anche di una parte della chiesa.

Da quanto appreso ci sono stati contatti con lo schieramento-Biondi, ma non si deve dimenticare che suo marito è l’ex consigliere comunale vastese e portavoce di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Etelwardo Sigismondi: non necessariamente questo comporta un condizionamento dei meloniani, anzi, l’avvocato ed ex assessore provinciale ha sempre rivendicato la sua indipendenza dal coniuge sul piano politico, ma comunque bisognerà tenere conto della peculiarità.

E c’è anche la variabile-Carla Mannetti, che molti vedevano come possibile salviniano, ma che non può essere esclusa dal gruppo dei forzisti, come dimostrano le recenti foto con Liris fatte circolare sui social, con i quali è in riavvicinamento dopo aver pericolosamente flirtato sul piano politico con il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, per un incarico di vertice tra i maggiorenti regionali che alla fine non è arrivato.

Anche lei potrebbe essere della partita tenendo però presente che, qualora candidata e non eletta, nei due anni successivi per la legge Severino potrebbero essergli preclusi gli incarichi dirigenziali a cui pure pare puntare alla luce dell’ampio curriculum.

A questo punto rischia di essere tardivo il sondaggio telefonico che, secondo quanto affermato dal segretario comunale forzista Stefano Morelli, dovrebbe essere sottoposto agli elettori di centrodestra su nomi che si possono ipotizzare tra l’ex parlamentare Marcello De Angelis, che però ha già chiarito scenderà in campo solo con una coalizione unita, l’ex sindaco aquilano Biagio Tempesta e altri.

Nei piani dovrebbe servire a selezionare un nome o magari una rosa tra cui scegliere il papabile, con il metodo delle primarie, che non piacciono molto, anzi per niente, ai vertici, o con il vecchio sistema berlusconiano dell’investitura diretta.

Un groviglio al momento inestricabile che costituisce un vero brodo di giuggiole per il centrosinistra, fortemente favorito a prescindere da quella che sarà la geografia degli avversari.

Tanto che, si registra tra i corridoi del municipio di palazzo Fibbioni, lo stesso Cialente stia invitando i suoi a dare legittimazione a qualsiasi tipo di candidato venga annunciato da D’Eramo in poi, proprio per mantenere alta la frantumazione ed evitare il ricongiungimento accanto a un nome realmente pericoloso.

E così, da quanto appreso da fonti interne all’attuale maggioranza, allo stato attuale delle cose e, qualora il candidato sindaco fosse l’attuale vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, i dem e compagnia ritengono di avere la vittoria in tasca senza quasi dover fare campagna elettorale.

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