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Pescara, 25/07/2024
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Data: 29/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ferrovie, scommessa da 94 miliardi. Via al piano d’investimenti decennale: del totale, 73 miliardi sono destinati alle infrastrutture. Con Anas sarà matrimonio

ROMA Il nuovo piano industriale delle Ferrovie dello Stato per il 2017-2026 passa per la quotazione in Borsa degli Intercity e delle Frecce, entro il 2017, e si estende dai classici binari fino agli autobus (con lo sviluppo di Busitalia) e alle strade (con le nozze con Anas). Lo ha illustrato ieri l’amministratore delegato, Renato Mazzoncini che alla stazione Tiburtina di Roma ha preso la parola dopo il premier Matteo Renzi per annunciare investimenti totali per 94 miliardi e un incremento dei dipendenti da 69 mila a 100 mila nell’ambizioso orizzonte di dieci anni.
I NUMERI Il piano industriale delle Fs, che si fonda su mobilità e logistica integrate, integrazione fra infrastrutture ferroviarie e stradali, sviluppo internazionale e digitalizzazione, prevede che i 94 miliardi di investimenti siano dedicati soprattutto alle infrastrutture (per 73 miliardi), ma anche al materiale rotabile (14) e alle tecnologie (7). Oltre la metà delle risorse, pari a 58 miliardi, è già disponibile: 23 in autofinanziamento e 35 stanziati nei contratti di programma. Con questo piano le Fs puntano a raddoppiare in dieci anni ricavi e margine operativo lordo (ebitda), che dovrebbero passare rispettivamente dai 9 miliardi previsti per la fine del 2016 ai 17,6 miliardi del 2026 e da 2,3 a 4,6 miliardi. È un «piano molto bello - ha detto Renzi - perché sa guardare al futuro. Tiene insieme l’eccellenza del Frecciarossa con il trasporto pendolare su cui dobbiamo fare di più. Fs può essere un player importante, ha fatto un cammino positivo». Inevitabile che il premier tornasse sul Ponte sullo stretto di Messina, citato come progetto naturale «dopo aver fatto tutto il resto». Mentre l’ad di Fs, Mazzoncini, ha sottolineato in due passaggi che, considerando il progetto come una galleria, e dunque inserendolo nel cosiddetto corridoio scandinavo Ten-t, si possono ridurre i costi dell’opera a 3,9 miliardi, rispetto agli 8 (di cui quasi 3 di oneri finanziari alle banche) che erano stati calcolati con il metodo del project financing. Il piano prevede la quotazione in Borsa delle Frecce di Trenitalia, una nuova divisione che opererà nel trasporto a lunga percorrenza (Intercity e Frecce) e di cui approderà a Piazza Affari «non meno del 30 per cento». La soluzione, ha spiegato Mazzoncini, ha prevalso su quella di una quotazione della holding Fs, inizialmente ipotizzata, che presentava complicazioni normative e regolamentari. La nuova divisione ha un fatturato di 2,4 miliardi, che saliranno a 3 miliardi entro il 2026, e un ebitda di 700 milioni, che crescerà a 1 miliardo. «Il mercato ci dirà poi il valore», ha sentenziato Mazzoncini. Con lo sbarco in Borsa della divisione Frecce, tuttavia, si pone un problema di non poco conto per il Tesoro che avrebbe gradito fare cassa (e quindi alleggerire la quota) con l’operazione: poiché sbarcherà in Borsa una controllata delle Fs e non la holding che fa capo al ministero dell’Economia, le risorse finiranno all’interno del gruppo. Un modo per farle “salire” fino in via XX settembre potrebbe essere quello di staccare al socio pubblico un dividendo straordinario. «Il percorso è stato condiviso con l’azionista - ha detto l’ad di Fs - vedremo come utilizzare le risorse». La presidente di Fs, Gioia Ghezzi, ha precisato che la quotazione in Borsa delle Frecce richiederà un anno di tempo da adesso e ha ribadito che con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ieri assente all’evento, c’è un «perfetto allineamento». Il piano comprende anche l’integrazione nella rete nazionale Rfi delle ex ferrovie concesse e l’operazione Anas, il gruppo stradale che finirà sotto il cappello della holding Fs «dopo che sarà uscito dal perimetro della pubblica amministrazione», ha specificato Mazzoncini. Il matrimonio tra le due società dovrebbe essere inserito nella prossima legge di bilancio (si veda il Messaggero del 25 settembre). Il gruppo dei treni, controllato dal Tesoro, conta di investire 15,5 miliardi su Anas (rientrano nei 73 dedicati alle infrastrutture), «soprattutto nei primi anni di piano». Dalle sinergie sugli investimenti sono previsti risparmi nell’ordine di 400milioni.

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