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Data: 01/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caos Roma - La Raggi sotto assedio trova due assessori: il fedelissimo ex pd e l’uomo di Casaleggio. Partecipate al veneto Colomban «Sono da sempre un indipendentista appoggiavo Zaia e ho apprezzato Renzi»

ROMA Un funzionario di Equitalia che collaborava con il Pd e un indipendentista veneto voluto da Davide Casaleggio. Sintetizzata così, la scelta dei due nuovi assessori per la giunta di Virginia Raggi non poteva che scatenare i mal di pancia nel Movimento 5 Stelle. Se a questo si aggiunge che la posizione di Paola Muraro, assessore all’Ambiente, oggetto di un’altra indagine della procura, è sempre più un bilico, si capisce perché la Raggi ogni tanto salga sul tetto del Campidoglio per rilassarsi. Andrea Mazzillo, coordinatore dello staff della Raggi, è il nuovo assessore al Bilancio; Massimo Colomban, imprenditore veneto che si candidò con Zaia e Pionati, è l’assessore alle Partecipate.
VENTO DEL NORD Ma c’è un altro dato che segna la fragilità della giunta di Roma Capitale: Colomban, l’industriale che martedì arriverà da Conegliano Veneto per occuparsi di aziende partecipate, è l’ennesimo frutto della guida nordista del Movimento che impone (o suggerisce) scelte alla Raggi. In altri termini: da una parte Roma deve rinunciare alle Olimpiadi senza neppure convocare il referendum che Virginia Raggi aveva promesso in campagna elettorale, dall’altra prosegue questa sorta di colonizzazione con un imprenditore che per il Veneto predica invece la cura delle grandi opere. Tra l’altro, anche il direttore generale e il futuro amministratore unico dell’Ama sono stati scelti a Milano; anche l’assessore al Commercio, Adriano Meloni, pur romano di nascita, aveva in passato collaborato con la Casaleggio e Associati. Perché la Raggi ha perso un mese per trovare un nuovo assessore al Bilancio, con Roma Capitale e Atac a un passo dal default, quando l’uomo giusto lo aveva ogni giorno al suo fianco, visto che il quarantenne Mazzillo è il suo capo staff? «Virginia, ora bisogna decidere, rischiamo una figuraccia », le hanno spiegato ieri mattina dal Movimento. Per settimane la Raggi insieme agli assessori ha convocato a Palazzo Senatorio giudici della Corte dei Conti e dirigenti del Mef, ha fatto loro audizioni in modo un filo pretenzioso. In totale ne ha ascoltati quindici, solo giovedì per le 4 del pomeriggio ne aveva convocati due. Alla fine però i candidati che andavano bene, come Salvatore Tutino, sono stati affondati dai big del Movimento 5 Stelle; gli altri, per non fare la stessa fine, hanno risposto “no, grazie”. Ieri mattina la Raggi, che aveva promesso l’assessore entro la fine della settimana, si è trovata con le mani vuote, si è guardata in giro e alla fine ha indicato Mazzillo, che nel decennio scorso si occupava di economia ad Ostia per conto di Fabrizio Panecaldo, ex capogruppo Pd(«un bravo ragazzo» ricorda). Il blog di Grillo, che a Palermo ha parlato a lungo con la Raggi insieme a Davide Casaleggio, corre a benedire le nomine dei due assessori: «Sono sicuro che entrambi faranno un ottimo lavoro per realizzare il programma M5S votato dalla stragrande maggioranza dei romani. Andiamo avanti per portare al successo le nostre idee. La Raggi ha la mia fiducia e di tutto il M5s».
GESTIONE COLLEGIALE Neppure una parola per spiegare come mai si sia atteso un mese. La Raggi dice che non sono stati trenta giorni persi, perché intanto è stato creato un gruppo di lavoro, «una squadra di tecnici che abbiamo messo insieme». Sarà, ma Mazzillo ora ha poche settimaneper preparare il bilancio di previsione che va approvato entro il 31 dicembre.


Colomban «Sono da sempre un indipendentista appoggiavo Zaia e ho apprezzato Renzi»

ROMA Trevigiano, anzi di Conegliano, rivendica la secessione («sono da sempre indipendentista veneto) e ammette di non sapere quante siano le linee della metro nella Capitale; candidato a sostegno del leghista Zaia nelle terre in cui Roma non viene esattamente vista come un esempio positivo; favorevole alle grandi operecomel’alta velocità; fondatore di una impresa che ha realizzato importanti opere per le Olimpiadi in giro per il mondo. No, non sembra il ritratto di un assessore del Movimento 5 Stelle. Eppure, il vulcanico Massimo Colomban, 67 anni, martedì arriverà a Roma a occuparsi di municipalizzate, ma non ci sta a farsi imprigionare nella camicia di forza delle semplificazioni. «Ma quale Roma ladrona, andiamo ». Colomban ora sta con la Raggi, però fu candidato con il leghista Zaia. «Io sono sempre stato dalla parte di chi vuole cambiare l’Italia, semplicemente questo. Sono per il federalismo. Guardi, vista la mia età penso che con questa esperienza a Roma sarà l’ultima volta che ci proverò a cambiare le cose. E spero che molti altri italiani con capacità ed esperienza si mettano in gioco, provino a lavorare e non a denigrare, chi invece si impegna a migliorare e a rendere più efficienti e meno sprecone le nostre amministrazioni pubbliche». Lei sia stato indicato direttamente dalla Casaleggio e Associati. «Bugie. Io Gianroberto Casaleggio l’ho conosciuto, lo abbiamo ospitato a Treviso insieme a Grillo per un icontro, mi chiesero di portare un po’ di imprenditori che erano riuniti in Confapri. Ma sono stato chiamato dalla sindaca e da alcuni assessori e funzionari di Roma, li ho sentiti puliti ed onesti, oltre che determinati e professionali, ed ho quindi accettato». Altre cattiverie: lei è fondatore di Confapri, dialoga con Grillo e Casaleggio. Bene, proprio sei imprese associate a Confapri ricevono i soldi dal fondo che M5S creato con parte degli stipendi dei parlamentari. «Bugie. Non ho mai raccomandato o favorito nessuno dei colleghi grazie alla conoscenza dei vertici del M5S». Però passare da Luca Zaia a Virginia Raggi... «Ho avuto brevissime esperienze politiche, sempre rivolte al supportare gli innovatori, come ad esempio, è vero, il presidente Zaia, in Regione Veneto, che ha sostituito Galan; ma ho apprezzato anche pubblicamente certe promesse di Renzi, soprattutto per il rilancio economico e delle imprese nel 2014. Io mi metto a disposizione per migliorare le nostre amministrazioni pubbliche come avevo già fatto con il Risanamento e rilancio di Sviluppo Italia Veneto e nel Risanamento e rilancio del Parco Scientifico e Tecnologico Vega in Venezia Marghera ». Atac, di cui si dovrà occupare, è un passo del default perché sta per scadere un prestito del 2013 da 160 milioni. «Fermo, non sarebbe serio se le rispondessi. Prima voglio studiare bene le carte. Poi, sono sincero, un po’ di numeri li ho già visti per le municipalizzate e non sono buoni ». Colomban, da imprenditore di successo, sperava nelle Olimpiadi del 2020 come rilancio delle grandi opere, addirittura parlava di Venetiadi. Parmeelisa, l’impresa che ha fondato con 5.000 dipendenti, ha lavorato per le Olimpiadi di Barcellona e Calgary. Come fa ora a schierarsi con chi è contrario alle Olimpiadi a Roma? «Anche in questo caso non sarebbe serio se le rispondessi, dovrei studiarmi bene il dossier delle Olimpiadi 2024 aRomaper dire sì o no». In passato, prima delle elezioni venete del 2010, Colomban confermò il suo piglio da imprenditore che crede nelle grandi opere («Aprire i cantieri, completare strade e autostrade per far viaggiare meglio merci e persone»). Sull’immigrazione all’elettorato di Zaia spiegò: «Solo il 23% degli immigrati lavora: queste persone vanno integrate e protette, ma i clandestini e i delinquenti vanno espulsi».

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