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Pescara, 25/07/2024
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Data: 04/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caos Roma - Grillo e Casaleggio piombano a Roma per il caso Muraro: Raggi ci pensi bene. Virginia non molla sull’ex consulente battaglia di querele con Renzi e Pd

ROMA «Virginia, pensaci bene». È il manager e il giocatore di scacchi Davide Casaleggio che parla al telefono e cerca di spiegare alla sindaca che è troppo rischioso continuare a stare fermi con lo stillicidio di notizie che escono tutti i giorni sul caso Muraro, l’assessora coinvolta nell’inchiesta sui rifiuti e ora tirata in ballo anche nelle vicende di Mafia Capitale. La telefonata arriva mentre Beppe Grillo aspetta Casaleggio junior nella Capitale ufficialmente per un summit con i parlamentari dopo il caso-Parma, l’addio di Federico Pizzarotti. Una telefonata, quella di Casaleggio jr, che fa il paio con un’altra di «cortesia» che l’ex comico fa alla sindaca per preannunciarle la visita romana. Tutto ruota come sempre all’hotel Forum dove va in scena un summit (ieri i senatori, oggi i deputati) che certifica la fine del direttorio a cinque (Di Maio, Di Battista, Fico, Sibilia e Ruocco) e l’inizio di una “non struttura” guidata dai due cognomi che hanno fondato il movimento. Ma sullo sfondo e nemmenotanto c’è il caso Roma: non è escluso per oggi un incontro di Grillo e Casaleggio con Virginia, il secondo a distanza di 9 giorni, dopo la trilaterale di Palermo.
LA CAUTELA I due garanti del M5S sono preoccupati. I consulenti penalisti che hanno sondato i due leader hanno consigliato massima cautela. Per questo si sta già pensando a una fase due: al dopo Muraro. Fase che non sarà semplicissima visto che le deleghe dovrebbero andare a una donna per rispettare la parità dei sessi in giunta, ma Casaleggio avrebbe già individuato una serie di possibili sostitute. La selezione non è arrivata a maturazione, «intanto – dicono fonti vicine al manager milanese – cerchiamo di studiare un’exit strategy indolore». E cioè spingere l’ex consulente di Ama aun nobile passo indietro. A smuovere Grillo e Casaleggio dalle rispettive città è stata la voglia di riprendersi in mano un Movimento allo sbando, polifonico ma fin troppo stonato negli ultimi tempi. E poi, raccontano, c’è stato quell’attacco frontale di Matteo Renzi sulla Capitale che è rimasto senza replica. «Sentirsi attaccare su Paola Muraro e non poter rispondere è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» sbotta un esponente romano dei Cinque Stelle sempre più preoccupato. Ma i timori coinvolgono anche un folto gruppo di parlamentari decisi a non sacrificare il lavoro di anni per Raggi che, da avvocato, continua a proteggere la sua assessora all’ambiente. Ipotesi interim dei rifiuti a Colamban? «Non mi risulta», ha ribadito anche ieri la sindaca. Che appunto oggi dovrebbe incontrare i fondatori.
IL SUMMIT La notizia trapela al termine della riunione di cinque ore tra i vertici M5S e i senatori. Il bilancio della riunione è «positivo» per Nicola Morra, esponente dell’ala ortodossa che all’interno dell’organizzazione Rousseau (la piattaforma informatica creata da Casaleggio jr) ha la delega della formazione. «Il M5S – ha detto Morra - non è solo un volto, un’amministrazione comunale: si è forti quando c’è coralità». Parole calibratissime che strizzano l’occhio a quanti si sono sentiti messi da parte (vedi il caso di Barbara Lezzi con l’intervento sul palco di Italia Cinque Stelle abortito all’ultimo momento nonostante il placet di Grillo) e hanno reclamato spazio e visibilità che, a loro dire, è stata concentrata troppo sul delfino di Grillo: Luigi Di Maio. Stamattina invece il confronto con i vertici toccherà ai deputati. Si tenta dunque «un ritorno alle origini» a quando era Beppe Grillo, prima del passo di lato, a incontrare personalmente i deputati. Non si è parlato nel corso del meeting di ieri di Pizzarotti. Il primo cittadino di Parma ieri ha comunicato l’uscita ufficiale dal Movimento. Il blog di Grillo nel pomeriggio ha sancito il divorzio così: «Arrivederci Pizza, ciao» parafrasando Caterina Caselli di “Arrivederci amore ciao”. Ma adesso la mente è di tutti è su «Roma non fa la stupida stasera».

Virginia non molla sull’ex consulente battaglia di querele con Renzi e Pd

ROMA La telefonata rimbalza ai capigruppo di Senato e Camera, Luigi Gaetti e Laura Castelli, con una certa sorpresa: «Grillo e Davide tra poco sono a Roma, chi vuole andare a incontrarli tra oggi e domani l’appuntamento è al Forum a partire dalle 16». Una mossa a sorpresa, quella dei due ritrovati capi del M5S, che ufficialmente serve a coprire mediaticamente lo strappo di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma. Ma che invece ha una lettura molto «romana». C’è sempre il Campidoglio, nei pensieri di Grillo e Casaleggio e alcune voci che sarebbero state captate (in maniera più o meno distorta e tutte da confermare) dai corridoi della Procura: si sta aggravando il caso Muraro, la Raggi potrebbe essere indagata per le nomine dello staff. Due campanelli che suonano con una certa forza alle orecchie dei fondatori pentastellati. Al punto da costringerli alla calata nella Capitale per occuparsi di persona del «caso Roma », visto che le esperienze dei vari mini e big direttori sono più che archiviate e superate. Questa volta c’è «Davide» nell’inedito ruolo di leader politico, al posto del padre, una svolta battezzata sul palco della festa grillina di Palermo, nonostante il personaggio continui a ripetere di preferire un ruolo tecnico dietro le quinte e non decisionale in primafila. Particolari, certo.
I TIMORI I conti del Comune fuori controllo, la macchina amministrativa che non riesce a ingranare, e poi la giunta chiusa venerdì in extremis (con una coda di polemiche). Se a questi particolari si aggiungono i timori per «una bomba giudiziaria» che starebbe per esplodere, ecco spiegata la presenza di Beppe e Davide a Roma. La giornata è convulsa. E scoppia il cortocircuito quando trapela la possibilità che la sindaca sia stata indagata per le nomine del suo staff, già oggetto dei rilievi dell’Anac. Soprattutto per quanto riguarda i contratti di Salvatore Romeo, capo segreteria, e Salvatore Marra, in primo tempo vicecapo gabinetto, ora responsabile del Personale fino al prossimo 31 ottobre. Su queste due nomine pesano anche gli esposti di alcuni esponenti dell’opposizione, a partire da quelli di Fratelli d’Italia capitanati da Giorgia Meloni e Fabrizio Ghera. La situazione è delicata. Perché si va ad aggiungere a quella, per molti già compromessa, di Paola Muraro, l’assessora all’Ambiente, indagata per un’inchiesta sui rifiuti e ora tirata in ballo anche nelle vicende di Mafia Capitale.
IL REFERENDUM SULLO SFONDO La preoccupazione c’è e, a microfoni più o meno spenti, l’ammettono tutti. La Raggi però continua a tenere il punto con una certa perseveranza spostando lo scontro su un livello politico con il Pd che di romano ha poco, ma che guarda all’appuntamento del 4 dicembre, quello del referendum. E così intanto volano le querele nel triangolo Campidoglio- Nazareno-Palazzo Chigi. La prima a dare mandato agli avvocati e proprio Muraro che su Facebook annuncia «una querela per diffamazione nei confronti di Renzi, a causa degli indebiti accostamenti tra Mafia Capitale

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