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Pescara, 25/07/2024
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Data: 04/10/2016
Testata giornalistica: Mapero'
Farmaci a casa, ma non per tutti

La medicina sotto casa: con una rete di 469 farmacie territoriali sarà possibile a partire dal 2017 distribuire quei medicinali che finora gli utenti potevano reperire solo nelle farmacie ospedaliere. L’Abruzzo era l’unica regione italiana a non aver ancora raggiunto un’intesa di questo tipo: profondissimo sud.

Ma ora a quanto pare, grazie all’accordo sottoscritto dall’assessore alla Sanità Silvio Paolucci, Federfarma e Assofarm, si dovrebbe cambiare registro. A ciò si aggiunge il servizio di ‘FarmaCup’, grazie al quale il servizio di prenotazione al Cup potrà essere effettuato dalle stesse farmacie, e anche qui stiamo colmando decenni di ritardo.
Gli aspetti principali dell’accordo sono stati illustrati ieri mattina a Pescara da Paolucci, dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Alfonso Mascitelli e dal presidente di Federfarma Abruzzo Giancarlo Visini. Per Paolucci si tratta di una

“vera e propria rivoluzione, uno degli atti più importanti dell’intera legislatura, il primo dopo l’uscita dal commissariamento della sanità”, un provvedimento che ha tra i vantaggi principali il “miglioramento della qualità della vita dei cittadini”.

In Abruzzo, secondo i dati riferiti al 2015, sono attive 469 farmacie, di cui 190 urbane (il 41 per cento del totale) e 279 farmacie rurali (pari al 59 59 per cento).

ps 1: in Abruzzo, però, c’è anche un concorso per l’assegnazione di 97 nuove sedi farmaceutiche previste dal governo Monti, fermo da anni per tutelare le lobby dei farmacisti. Se riuscissimo a sbloccarlo, magari entro il 2017, faremmo un bel passo avanti. E ci salveremmo la faccia.

ps2: in fila in farmacia: al banco c’è un signore, manco tanto anziano. Parla fitto con la farmacista. Il solito farmaco, un prezzo nuovo. Come mai, chiede. “E’ aumentato il ticket, non dipende da noi, dipende dalla Regione”. Conciliaboli, trattative, non ci sono sconti per quel signore. Va bene, grazie lo stesso. Se ne va, a capo chino, senza niente in mano. Non rinuncia a un vestito a una cena al ristorante a un cinema, quel signore. Rinuncia a un farmaco, rinuncia a curarsi. Per questo non c’è 2017 che tenga, per questo c’è solo una profonda, profondissima vergogna.

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