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Pescara, 25/07/2024
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Data: 06/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Referendum costituzionale - Ricorso M5S-Sinistra contro il quesito. Il Colle: «È regolare». Si rivolgono al Tar: «Una truffa». Boschi « È tutto chiaro». Denunciato il premier per il Ponte: «Boom di Salini in Borsa»

ROMA Prosegue la guerra di carte bollate tra il partito di Renzi e i pentastellati. Nel giorno in cui Roberto Benigni si espone a favore del sì al referendum, Sinistra Italiana e il Movimento 5 Stelle decidono di spostare la battaglia politica anche nelle aule di tribunale, presentando ricorso al Tar Lazio contro il testo del quesito referendario. Sulla scheda non sarebbero specificati quali articoli della Costituzione sono interessati dalla riforma, sostengono i ricorrenti, e si limita a riportare il titolo del ddl Boschi. Ma Renzi non ci sta e ricorda che il quesito è stato scritto in base alla «legge». E il ministro delle riforme, ospite di Porta a Porta, aggiunge: «È tutto chiaro, i cittadini hanno davanti a sé la verità su cui dire sì o no. Non si può avere paura di dire la verità» dice la Boschi, che interviene anche sulla legge elettorale: «Appena entra in vigore la Costituzione facciamo subito la legge elettorale per il Senato». Ma non è tutto. Gli M5S hanno anche presentato un esposto in procura contro il presidente del consiglio in relazione alle dichiarazioni sull’ipotesi della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. A depositare l’esposto, dove si ipotizza il reato di manipolazione del mercato, il capogruppo alla Camera, Giulia Grillo e il deputato Andrea Coletti. «Il giorno dopo le dichiarazioni , la quotazione del titolo della Salini Impreglio ha avuto un aumento del 6,75%, conseguenza certa delle dichiarazioni del premier» assicurano i 5 Stelle , che chiedono ai magistrati di verificare se il titolo della Salini Impreglio abbia subito un «anomalo scambio» di contrattazioni. L’operazione politicamente più significativa riguarda comunque il referendum. Per i ricorrenti, il testo del quesito referendario indicherebbe una «presunta finalità» della legge che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate e sarebbe «incompleto e fuorviante», con il risultato di favorire il governo. «Un quesito truffa, una propaganda ingannevole, l’ennesima trovata di Renzi per prendere in giro gli italiani» taglia corto il senatore Vito Crimi, che ha presentato ricorso con gli avviocati Enzo Palumbo e Giuseppe Bozzi, e Loredana De Petris (Sinistra italiana). A gelare i ricorrenti è però il Colle, che rispedisce al mittente l’accusa di aver “avallato” una operazione politica sul quesito referendario. «In relazione a quanto affermato in una nota di ricorrenti al Tar Lazio, in cui impropriamente si attribuisce alla Presidenza della Repubblica la formulazione del quesito referendario - si legge in una nota scritta dai collaboratori di Sergio Mattarella - si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall’articolo 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento». In Serata arriva anche la risposta di Renzi. «Sapete chi ha deciso il quesito sulla scheda per il referendum? La legge italiana. Non lo dite a quelli del Comitato del No, potrebbero restarci male» ironizza il premier, che non accetta l’accusa di aver manipolato il quesito e attacca: «Hanno fatto 84 milioni di emendamenti, ma il titolo andava bene a tutti. Noi abbiamo raccolto le firme per il refrerendum, ma anche il Comitato del No lo ha fatto». Anche ieri Renzi è tornato a difendere le ragioni del sì. Lo ha fatto a Treviso , dove ha rinnovatpo la disponibilità a cambiare l’Italicum: «Se qualcuno pensa che la legge elettorale sia un così grave problema della riforma costituzionale io, che sono un convinto sostenitore di questa legge elettorale, sono disposto a dire “cambiamola”perché la legge costituzionale è fondamentale». Dure critiche al premier giungono invece dal Financial Times. Secondo il corrispondente Tony Barber «le riforme di Renzi sono un ponte costituzionale verso il nulla». Il giudizio è severo e i 5 Stelle ne approfittano: «Non ho dubbi, leggete il Financial Times. Vincerà il no perché siamo in mano dei bluffisti, a dei giocatori d’azzardo» attacca Beppe Grillo. E ancora. «Come il bambino della favola, il Financial Times ha detto che il re è nudo» affonda Lucio Malan (Fi).

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