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Data: 06/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Centro storico a Teramo: commercianti in catene

Cantiere-lumaca: i commercianti del centro storico scendono in piazza con catene e striscioni con la scritta Teramo città morta e annunciano un presidio permanente fino al termine dei lavori. Dopo l'esposto in Procura, ieri mattina oltre 200, tra negozianti e residenti di Corso San Giorgio si sono radunati proprio al centro del maxi cantiere bloccato ormai da cinque mesi per una manifestazione di protesta ma anche per lanciare il loro grido di dolore per le attività che stanno rischiando il dissesto economico. Come annunciato, anche l'assessore ai Lavori pubblici Franco Fracassa, l'unico presente, si è unito ai manifestanti, per esprimere la propria solidarietà contro le lungaggini della Sovrintendenza, ma qualcosa è andato storto. Fracassa, sollecitato da alcuni commercianti, ha iniziato a spiegare le proprie ragioni, ma uno degli organizzatori della protesta, Antonio Topitti, lo ha bloccato. «Questa manifestazione è nostra!», ha tuonato, chiedendo il microfono e togliendo la parola all'assessore. A quel punto gli animi si sono scaldati e tra i commercianti c'è chi ha iniziato ad urlare all'amministrazione di andare a casa e chi ha detto senza mezzi termini: «Se chiudo il negozio vengo a mangiare a casa vostra». Alla fine Fracassa è andato via. Nel suo lungo discorso, lo storico libraio di Corso San Giorgio, Antonio Topitti, ha annunciato di aver dato incarico ad un legale di richiedere, a nome di tutti i commercianti, non solo un indennizzo per il mancato rispetto del crono programma, ma anche un vero e proprio risarcimento danni, la cui entità potrà essere quantificata solo a fine lavori. «Qualcuno dovrà pagare, abbiamo i dati alla mano, i nostri introiti si sono dimezzati. Le transenne arrivano fino a piazza Garibaldi, c'è gente convita che Corso San Giorgio sia completamente chiuso e nemmeno ci entra più». Topitti, riesumando il nome del concorso di idee da cui è nato il progetto di restyling del Corso, Microspazi Macroluoghi, lo ha ribattezzato in Microrisultati macrodanni e ha accusato anche il sindaco Maurizio Brucchi di aver cambiato troppo spesso gli annunci sulla tempistica prevista. Strali anche contro la Sovrintendenza, che, da un lato ha bloccato il cantiere del Corso per mesi per studiare i reperti che avrebbe già dovuto conoscere, dall'altro ha dato il via libera alla sostituzione dei sanpietrini di Corso De Michetti con del materiale «di dubbia provenienza che non ha nulla a che fare con la nostra storia», ha detto Topitti.
L'APPELLO
Appello alla politica, definita la grande assente, in particolare ai tre parlamentari, Paolo Tancredi, Giulio Sottanelli e Tommaso Ginoble. «Questa situazione è da interrogazione parlamentare, al pari di quando chiudono le aziende, perché qui stiamo rischiando il dissesto, ci sono vie ormai desertificate». Un interesse diretto nei confronti del problema è stato dimostrato dall'assessore regionale Dino Pepe, che ha incontrato i commercianti prendendo atto della situazione e successivamente ha chiamato Topitti per informarlo dell'iter che la vicenda sta seguendo, visto che del caso è stato interessato direttamente il segretario del Mibact Abruzzo Stefano Gizzi. Topitti ha però ribadito che per i commercianti è necessario avere una data certa sulla ripresa dei lavori.

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