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Pescara, 25/07/2024
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Data: 07/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Di Matteo: «Grave ingiustizia escludere chi ha preso voti» Ha preso le difese dell'amica esonerata «Ma non sono un capo corrente del Pd»

«Non sono un capo corrente del Pd, se sono qui oggi è perché al Comune di Pescara è stata compiuta una grave ingiustizia e io mi sono sempre battuto contro le ingiustizie». L'assessore regionale Donato Di Matteo ieri ci ha messo la faccia per sostenere l'amica Sandra Santavenere, uno dei tre assessori che il sindaco Alessandrini ha appena sostituito (Adelchi Sulpizio e Veronica Teodoro gli altri due). Di Matteo, restando in posizione defilata, alle spalle del riconfermato assessore Giuliano Diodati, ha seguito la conferenza stampa che l'ex assessora ha tenuto nella sala Corradino D'Ascanio della sede del consiglio regionale in piazza Unione. Quando ormai sembrava tutto finito ha preso lui la parola, rubando la scena alla protagonista. «E' stata commessa un'ingiustizia perché non si manda a casa chi ha preso tanti voti: non è così che funziona la politica» ha detto Di Matteo che ha subito mirato ai bersagli grossi, Alessandrini, Blasioli e D'Alfonso: «Il sindaco ha revocato l'incarico a chi ha lavorato con impegno e ha ceduto l'Urbanistica che lui ha tenuto per due anni senza produrre nulla: avrebbe dovuto mettere in discussione se stesso». Poi è toccato a Blasioli, il presidente del consiglio comunale che con Santavenere ha condiviso il ticket alle elezioni (lei ha avuto 1083 voti) salvo poi rompere quando l'intesa è venuta meno. «Blasioli è un vendicativo e gliel'ha fatta pagare» ha detto l'esponente regionale del Pd evidenziando lo strappo consumato tra i due candidati dopo il voto. Infine le bordate al governatore che fa e disfa in Regione e in Comune: «D'Alfonso? E' un numero uno, a Palazzo di città vorrebbero emularlo ma non ne sono capaci, non hanno la sua scaltrezza - ha detto l'assessore regionale -. Sono cose che ho già detto qualche sera fa alla direzione del partito, dunque sanno benissimo come la penso». Pacato nei toni ma duro nella sostanza, Di Matteo ieri ha anche riservato una battuta a Di Pangrazio, presidente del consiglio regionale con il quale è in aperto conflitto: «I consiglieri dicono che lui è fuori discussione? Vedremo presto se le cose stanno così e se ha la maggioranza dalla sua parte».
Una sortita non annunciata e perciò ancor più clamorosa, quella di Di Matteo, che ha relegato la conferenza di Sandra Santavenere a semplice sfogo legato all'amarezza per l'esclusione dalla giunta.

LO SFOGO DI SANDRA« In Edilizia - ha detto lei - ho fatto tutto quello che era negli indirizzi dell'amministrazione comunale. Se il risultato è stato insufficiente, vuol dire che lo stesso indirizzo era insufficiente». Impossibile comprendere un'estromissione da lei ritenuta immotivata: «L'unica motivazione che mi è stata fornita dal sindaco è stata quella di ragioni politiche, non ho mai ricevuto una critica» ha detto Santavenere, secondo cui Alessandrini è solo il responsabile morale della sua esclusione: «Il sindaco si è trovato più volte strattonato da giochi di correnti e controcorrenti, di spifferi e spifferini, che lo hanno condizionato in questa scelta. Ma lui non ha saputo tutelarmi».
Quindi ha puntato il dito su di una figura politica esterna alla giunta che sin dal primo momento avrebbe contrastato la sua scelta di entrare nell'esecutivo: «Una persona che ha preferito non entrare in giunta». L'identikit corrisponde a Blasioli ma non meno severe sono state le sue critiche al capogruppo del Pd Marco Presutti: «Uno che fa ciò che gli riesce meglio, giudicare il lavoro altrui senza conoscerlo. Penso che un capogruppo debba essere un collante, ruolo che lui non ha mai esercitato. Dunque non dovrebbe dimettersi da capogruppo bensì da consigliere, anche per rispetto di chi l'ha votato». Presutti ha replicato abbinando su Facebook l'immagine della sua faccia stupita a una domanda: Perché?

Teodoro sull'aventino si rafforza con Di CarloLa Lista Teodoro porta a tre i consiglieri con l'adesione di Simona Di Carlo, dà un giudizio negativo sulla scelta e sulle modalità adottate dal sindaco Alessandrini nel gestire la crisi che ha portato al parziale rinnovo della giunta e disapprova l'esclusione di chi ha portato voti decisivi per il successo elettorale, motivo per il quale i tre consiglieri
«si riservano... di approvare o respingere ogni singolo atto amministrativo sottoposto all'esame ed alla deliberazione del consiglio comunale». Per Alessandrini una tegola pesante (Di Carlo ieri mattina era alla conferenza stampa di Santavenere), motivo in più per intensificare l'attività diplomatica per ricucire.
Il centrodestra vede invece la nuova giunta Alessandrini come una «rappresentazione del colossale fallimento. Un'ammissione di errori, previsti e denunciati da subito dalla nostra opposizione, nella formazione dell'esecutivo, senza un delegato all'urbanistica e con una serie di incompetenze e inesperienze di tanti, troppi assessori» dicono Testa, Masci e Antonelli, capigruppo rispettivamente di Pescara in testa, Pescara futura e Forza Italia. «Siamo già al terzo assessore alle finanze e tributi in meno di tre anni, della serie gli amministratori passano, ma Dezio resta!».

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