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Data: 07/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Manovra, deficit più alto rafforzata la spinta al Pil

ROMA Più deficit per rendere credibile la spinta alla crescita e convincere l'Ufficio parlamentare di bilancio a dare il proprio via libera alle stime del governo. Se, come appare possibile, l'esecutivo prenderà questa strada, dovrà però stare attento a non complicare ulteriormente la propria posizione a Bruxelles. Perché è vero che il commissario europeo Pierre Moscovici ha usato parole concilianti, spiegando di voler evitare sanzioni e ricordando i margini di flessibilità che possono essere usati a fronte di tematiche come quelle dell'immigrazione o della ricostruzione delle zone terremotate. Ma la valutazione effettiva della commissione, pur se benevola, non potrà far a meno di richiedere all'Italia almeno uno sforzo minimo in direzione degli obiettivi indicati.
CANALI APERTI
I canali con l'Europa sono comunque aperti, così come quelli con i tecnici dell'Upb. Ieri il viceministro Enrico Morando ha fatto sapere che alcune informazioni aggiuntive sono già state inviate all'Authority guidata da Giuseppe Pisauro. Ma probabilmente questi chiarimenti non saranno quelli decisivi. Il ministro dell'Economia tornerà in Parlamento martedì prossimo per rispondere in modo più formale alle obiezioni che sono state poste e risponderà in quella sede, mantenendo però i numeri già messi nero su bianco, ovvero una crescita programmatica all'1 per cento nel 2017, a fronte di un rapporto tra deficit e Pil del 2 per cento. È possibile, anzi forse probabile, che in quella sede le precisazioni non siano sufficienti a sbloccare la validazione da parte dell'ufficio parlamentare. Il giorno dopo ci dovrebbe essere il voto delle Camere sulla risoluzione relativa alla Nota di aggiornamento al Def. Quel testo conterrebbe, come richiesto dal governo, l'autorizzazione a fare ulteriore disavanzo per un abbondante 0,4 per cento di Pil (7,7 miliardi) in nome delle spese necessarie per emergenza migranti e terremoto. Dentro questo spazio finanziario, del resto più che abbondante rispetto alle spese «limitate» a cui ha fatto riferimento lo stesso Moscovici, verrebbero definite le misure in grado di rendere più credibile il passaggio da una crescita tendenziale dello 0,6 per cento all'1. Va anche ricordato che nel testo della Nota si prospettava la possibilità di una crescita ancora maggiore grazie proprio a quei quasi 8 miliardi in più. A quel punto il sì dell'Upb potrebbe arrivare all'immediata vigilia dell'invio a Bruxelles del Documento ptrogrammatico di bilancio.
LE REGOLE
La lista delle misure a cui sta lavorando il ministero dell'Economia comprende la conferma e l'estensione del super-ammortamento per le imprese che investono, la riduzione del prelievo fiscale per le piccole imprese attraverso la nuova imposta Iri (che si aggiunge al calo dell'Ires), il potenziamento per la detassazione delle quote di retribuzione legate alla produttività. Oltre alla cancellazione degli aumenti Iva, che a detta del governo dovrebbe contribuire in modo significativo a spingere l'economia (per uno 0,3 per cento di prodotto).
Sulle regole europee ieri è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo Calenda, spiegando che «i numeri del governo sono ben strutturati» visto che c'è «una distanza dello 0,1%» dalle stime del Fmi. Secondo Calenda, il tema è piuttosto rivedere il fiscal compact perché «le regole non stanno funzionando».

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