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Pescara, 25/07/2024
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Data: 08/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Boeri boccia le facoltà umanistiche. «Così non vanno, bisogna riorientarle. I giovani puntino sui mestieri innovativi, che non possono essere delocalizzati»

TERAMO «Il mercato del lavoro europeo è la migliore assicurazione contro la disoccupazione giovanile, impensabile quindi uscire fuori dall'Unione Europea»: così Tito Boeri, presidente nazionale dell'Inps, nonché professore ordinario di Economia del lavoro, intervenuto ieri all'Università di Teramo per una lectio magistralis sul tema del lavoro futuro. Dopo i saluti del rettore Luciano D’Amico, che ha colto l'occasione per sottolineare come l'università teramana abbia raggiunto il traguardo di occupabilità del 90% a un anno dalla laurea, e un breve profilo dell'ospite, ad opera del professor Francesco Passarelli, Boeri si è rivolto ai giovani. Nell'intervento, strutturato in quattro punti, ha spiegato quali siano oggi i settori che creano impiego, i profili ricercati, i luoghi dove trovar lavoro e infine se abbia ancora senso rimanere in Europa: «Basta rivolgersi al manifatturiero, il settore è ovunque in crisi. I nuovi lavori sono da cercare nei servizi innovativi, in quei settori in espansione - come high tech, ricerca medica o finanza- accomunati da un alto utilizzo di capitale umano e dal fatto di essere talmente innovativi ed unici da non poter essere delocalizzati». Il presidente dell'Inps ha bocciato quindi le facoltà umanistiche: «Così non vanno, bisognerebbe riorientarle, puntando invece su Ingegneria, Economia e Scienze dure (ossia Fisica, Chimica e Biologia)». E in merito su dove trovar lavoro ha spiegato: «Non sotto casa, paga la mobilità. Chi oggi lavora in un comune diverso da quello di nascita ha versato dal 6% (per le donne) al 7% (per gli uomini) di contributi per la pensione in più rispetto a chi è rimasto a lavorare sotto casa». Sulla necessità di rimanere in Europa, Boeri non ha avuto dubbi: «La realtà del mondo del lavoro di oggi è più difficile rispetto a quella delle generazioni precedenti, i titoli di studio non sono più una garanzia, ma grazie all'Europa e alla libera circolazione abbiamo la possibilità di avere un mercato più vasto. L'Europa è per i giovani, ma questo dono è in pericolo. La libera circolazione è messa in discussione, assistiamo a spinte populiste e xenofobe che tendono a erigere barriere non solo verso l'esterno, ma anche all'interno. Molte indagini hanno dimostrato che i timori più grandi non riguardano il lavoro "rubato", quanto più le pensioni. Per rassicurare la popolazione, e porre rimedio agli abusi, la soluzione può risiedere in un codice identificativo europeo». Secondo il presidente Inps il numero permetterebbe da un lato di monitorare la mobilità dei lavoratori e dall'altro «di coordinare le informazioni fra i diversi sistemi di protezione sociale». Boeri ha concluso infine con alcune considerazioni: «Non possiamo investire solo sulle pensioni, dobbiamo puntare su chi lavora e si trova ancora in età lavorativa». Affinché anche l'Italia diventi finalmente un Paese per giovani.

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