Il lavoro futuro, questo il titolo della lectio magistralis che il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha tenuto ieri nell'Aula magna dell'Università di Teramo. Tanti i temi toccati, a partire da una disamina molto chiara sullo stato attuale, dal manifatturiero che arranca in favore dei servizi innovativi, alle nuove competenze richieste, quindi meno lauree umanistiche, più ingegneria ed economia e scienze dure, fino alla mobilità: quella territoriale è connessa a quella sociale, in sostanza spostarsi da casa paga. Il presidente dell'Istituto di previdenza sociale si è soffermato anche sulle cause per cui l'Italia è indietro sulle nuove forme di lavoro: tra queste c'è il basso investimento nel capitale umano, con lauree improduttive e poco training sul posto di lavoro, l'immigrazione che funziona al contrario, con giovani altamente scolarizzati che se ne vanno e un mercato di capitali ancora vecchio. «Nel nostro Paese la precarietà è ancora molto forte - ha spiegato Boeri - sebbene il contratto a tutele crescenti abbia contribuito a diminuire le altre forme di parasubordinazione e contratti a progetto».Non sono mancati accenni alla riforma dell'Inps, che comporterà anche un risparmio stimabile in circa 8 milioni di euro.