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Pescara, 25/07/2024
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Data: 08/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Nella manovra anche aiuti alle famiglie Le ipotesi: bonus o più detrazioni fiscali

ROMA Un «segnale» per la famiglia. Lo ha annunciato Matteo Renzi per la prossima legge di bilancio, come anticipo rispetto ad un intervento più sostanzioso che dovrebbe arrivare nel 2018 insieme alla più complessiva riforma dell'Irpef. Il presidente del Consiglio ha menzionato il «quoziente familiare» ovvero quel meccanismo applicato in particolare in Francia che riduce l'imposta complessiva dovuta dalla famiglia in base al numero di componenti. Il quoziente è stato più volte evocato nel nostro Paese anche negli anni scorsi (ed è anche oggetto di qualche riserva per il possibile effetto di disincentivo al lavoro femminile): in ogni caso richiede una profonda rivisitazione del sistema fiscale, quella che appunto potrebbe diventare realtà tra due anni. Per il prossimo quindi le novità saranno più limitate ma comunque, come ha spiegato il premier, «è giusto che in prospettiva ci sia più attenzione ai figli».
Quale sarà il segnale? Secondo fonti di maggioranza citate dall'Ansa, si potrebbe trattare di una sorta di bonus per i nuclei con almeno due figli che vivono in condizioni di difficoltà, anche se non proprio di povertà. Il reddito sarebbe misurato in base all'Isee, l'indicatore di situazione economica equivalente.
LE DISPONIBILITÀ
Per questo provvedimento si ipotizza una disponibilità iniziale di circa 400 milioni. È una delle possibilità e la decisione finale non è ancora stata presa. Ma nelle valutazioni finali forse si terrà conto del fatto che nel nostro Paese esiste già una situazione molto frastagliata per quanto riguarda gli strumenti di sostegno alla famiglia. Accanto alle detrazioni Irpef per carichi familiari, esiste infatti (principalmente per i lavoratori dipendenti) l'assegno al nucleo familiare, erogato in base al reddito familiare, ci sono poi altri assegni erogati dai Comuni con il criterio dell'Isee (quindi reddito e patrimonio) e lo scorso anno si è aggiunto il cosiddetto bonus bebè, anche esso legato all'Isee, che paradossalmente è stato distribuito in misura minore di quanto avrebbero permesso le risorse stanziate. Infine sta diventando operativo il nuovo assegno contro la povertà, che in quanto tale però non è destinato alla generalità dei nuclei familiari.
LA RAZIONALIZZAZIONE
Una simile frammentazione complica la vita alle famiglie dal punto di vista amministrativo e non le aiuta nemmeno ad avere una chiara percezione dell'entità dell'aiuto complessivo; anche per questo la legge di riforma a cui sta lavorando il ministro Enrico Costa (che ha la delega per la Famiglia) prevede in prima battuta una razionalizzazione dei vari strumenti, per poi eventualmente aumentare la dotazione finanziaria dopo averla concentrata. In questo contesto potrebbe non risultare molto opportuna la scelta di aggiungere un nuovo istituto, che poi tra l'altro dovrebbe essere regolamentato e gestito.
C'è quindi l'ipotesi di usare già dal 2017 la leva fiscale, che (come insegna la vicenda degli 80 euro trasformati in bonus fisso) ha forse lo svantaggio di essere un po' meno vistosa ma funziona in modo automatico e senza necessità di nuovi adempimenti. Una prima idea allo studio è il potenziamento delle attuali detrazioni per figli a carico; in alternativa potrebbe essere deciso di modificarne la struttura premiando in maniera maggiore le famiglie numerose, dal terzo figlio in poi. L'ammontare di risorse non potrà comunque essere particolarmente ingente e questo vuol dire che il governo a maggior ragione dovrà calibrare con attenzione la platea dei destinatari.

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