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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/10/2016
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Sondaggi - I 5 Stelle restano il primo partito. Al ballottaggio il Pd perderebbe. Il sondaggio di Nando Pagnoncelli: dopo un primo calo di consensi per le tensioni su Roma, il Movimento si attesta stabilmente al 30,3%

Il Movimento 5 Stelle, nonostante la fase profondamente critica che sta attraversando, con le vicende di Roma, le tensioni interne che hanno riassegnato un ruolo di primo piano a Beppe Grillo (dopo il passo laterale di un anno fa quando fu costituito il direttorio), l’uscita dal Movimento di Federico Pizzarotti, il primo sindaco eletto in un importante capoluogo, continua a mantenere il proprio ruolo preminente nel panorama politico. Questo sembra essere il dato più interessante che emerge dal sondaggio attuale. Pochi i cambiamenti per le altre principali forze politiche, anche qui nonostante avvenimenti di indubbio rilievo: dalla convention milanese di Stefano Parisi che avrebbe potuto delineare un nuova prospettiva per il centrodestra, alla fase critica attraversata dal Movimento 5 Stelle, alle divisioni sempre più aspre tra maggioranza e minoranza del Pd. Per non parlare della campagna referendaria, che è entrata nel vivo e sta determinando maggioranze (e minoranze) «a geometria variabile».

Vediamo quindi nel dettaglio i risultati. Un terzo degli italiani (34%) esprime apprezzamento per l’attività del governo, mentre il 60% ne dà un giudizio negativo. L’indice di gradimento, calcolato escludendo gli intervistati che non si esprimono, rimane stabile a 36, come a inizio luglio. Analogamente, il giudizio positivo sul premier si attesta al 32% con un indice di gradimento pari a 34, in flessione di 1 punto rispetto al trimestre precedente. Passando alle valutazioni sui singoli ministri, la differenza più elevata è di 2 punti e riguarda Franceschini che con il 26% di giudizi positivi si colloca al primo posto scavalcando Padoan (24%). A seguire Delrio (23%), Gentiloni (22%), Lorenzin (21%) e Boschi (20%).

Riguardo alle intenzioni di voto il M5S si mantiene al primo posto con il 30,3% dei consensi, stabilizzando la flessione di circa 2 punti registrata dal sondaggio di settembre. A seguire il Pd con il 29,3% (come a settembre). Nel centrodestra continua il testa a testa tra Forza Italia (12,3%) e Lega (12,1%), mentre Fratelli d’Italia si attesta al 5,1%. Area popolare si conferma al 4,1% e la Sinistra nell’insieme (Sel-Si e altre liste), si colloca poco sotto il 5%. Quanto ai ballottaggi, sempre ammesso che l’Italicum non venga modificato, nell’ipotesi di confronto tra M5S e Pd, ad oggi il primo si affermerebbe 56,9% a 43,1%, grazie ad un orientamento a suo favore espresso in misura molto netta dagli elettori della Lega (60%-5%) e di FdI (65%-0%) e meno netta da quelli di Forza Italia (40%-25%).

Qualora il ballottaggio mettesse a confronto il M5S e una lista unica di centrodestra, il vantaggio del primo sarebbe ancora più largo (61,1% a 38,9%), con Pd (45%-15%) e Sinistra (55%-0%) nettamente a favore dei grillini e Ap a favore del centrodestra (65%-10%). Da ultimo, il Pd si affermerebbe contro una lista unica di centrodestra (54,5% a 45,5%); in questo caso va sottolineata l’elevata propensione ad astenersi (60%) dell’elettorato grillino (come nel ballottaggio di Milano) e il maggiore favore per il centrodestra (65%-25%) degli elettori centristi, che pure sono alleati del Pd nell’attuale maggioranza di governo. In sintesi, il M5S sembra aver attutito il calo di consensi registrato nelle ultime settimane. Si è trattato più di una flessione di «immagine» presso i non elettori che di una contrazione del proprio elettorato. I delusi sono una minoranza e sono propensi ad astenersi. Al contrario, la maggioranza prende le difese del Movimento e dei propri leader. Il Pd presenta un elettorato piuttosto coeso che non sembra risentire delle profonde divisioni tra maggioranza e minoranza. Il consenso risulta stabile. Il centrodestra nel suo insieme sfiora il 30% dei consensi ma è alle prese con difficoltà nell’elaborazione di una proposta condivisa attorno alla quale coagulare un’alleanza e definire la nuova leadership.

I centristi sono molto divisi ed esprimono un evidente disagio testimoniato dai giudizi sul governo, di cui fanno parte, (55% giudizi positivi, 44% quelli negativi) e su Renzi (51% positivi, 47% negativi), nonché dagli orientamenti nell’ipotesi di ballottaggio tra Pd e centrodestra, come sottolineato. Insomma, lo scenario politico sembra irrigidito in quadro tripolare, con tutte le conseguenze che comporta in termini di fiducia nei leader, consenso per il governo e l’opposizione, opinioni sull’attualità e le proposte politiche. È probabile che l’esito del referendum possa modificare gli orientamenti di voto a favore di chi risulterà vincente, come abbiamo potuto constatare dopo l’affermazione del Pd di Renzi alle Europee e dopo quella del M5S alle Amministrative della primavera scorsa. D’altra parte, ammoniva Ennio Flaiano, «gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso al vincitore».

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