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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Referendum costituzionale - La campagna referendaria. La Boschi fa il pienone. Polemica per gli esclusi

MOSCIANO SANT'ANGELO La riforma Costituzionale «ridurrà la burocrazia, non la democrazia», e non è serio dire che «se fallisce questa riforma tra sei mesi ce ne sarà un'altra». Lo ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che ieri ha partecipato a Mosciano Sant’Angelo a un’affollata convention del comitato nazionale LiberiSì (con strascico di polemiche dei Comitati per il No) organizzata dall'onorevole Giulio Cesare Sottanelli, capogruppo alla Camera di Scelta civica. Con la Boschi c’erano il presidente di LiberiSì Marcello Pera, ex presidente del Senato e il viceministro dell’Economia e segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti. «La riforma», ha spiegano la ministra Boschi, «faciliterà il cittadino, il lavoratore come l'imprenditore. Oggi, per aprire un'attività, oltre alla Scia occorre chiedere 14 diverse autorizzazioni a 9 amministrazioni differenti. Se le regole per i rubinetti dentro una fabbrica in materia d'igiene sono a Teramo diverse da quelle che sono ad Arezzo, non facilitiamo la vita a chi deve lavorare, ai lavoratori e all'imprenditore». Secondo Boschi l'esistenza in Italia di un «meccanismo per cui ogni Regione ha regole diverse sulle grandi opere infrastrutturali, su energia, concorrenza», fa perdere al Paese «opportunità di crescita e occasioni di sviluppo: questa è la sfida nel rivedere il titolo Quinto della Costituzione, nel rivedere il rapporto di poteri tra lo Stato e le Regioni e forse dire che alcune grandi opere pubbliche che sono rimaste bloccate per dieci anni finalmente si riescono a fare e ad avere servizi più efficienti». «Questa riforma non servirà a fare più leggi, come qualcuno vuole sostenere», ha concluso Boschi, «ma a fare le leggi che servono nel tempo giusto che serve per fare le leggi». Il professor Pera ha spiegato le ragioni del suo impegno per il Sì partendo dalla militanza in Forza Italia, e dalle posizioni sulla necessità di svecchiare laCostituzione che il No di Berlusconi oggi sconfessa. «Ma come? Noi di Forza Italia che, come primo punto del nostro programma politico del 1994 e poi del 1996, avevamo la riforma della Costituzione, noi che ci siamo sempre lamentati della “vecchiezza” di questa Costituzione, della sua farraginosità, dell'impossibilità di governare con questi strumenti, noi, siccome vogliamo mandare a casa Renzi dobbiamo dire di no?. Caro amico presidente Berlusconi» ha proseguito Pera nel suo intervento «tu stai dicendo di no alla nostra storia, stai negando la ragione di essere del nostro essere stati in Parlamento, così non si può fare, non possiamo rinnegare noi stessi perché abbiamo uno strumento a portata di mano, cioè una nuova Costituzione, che un giorno può essere utile a noi». Zanetti ha spiegato che «Liberi Si è la piattaforma referendaria di chi ha votato SÌ già nel 2006 senza cadere nella trappola dell'antiberlusconismo a priori e voterà Sì il prossimo 4 dicembre senza cadere nella trappola dell'antirenzismo a priori». Sottanelli ha aggiunto che «per cambiare l’Italia è necessario ripartire dalla riforma costituzionale che non modifica i valori della nostra Costituzione ma rende la forma del nostro Stato più semplice e snella». Polemiche ci sono state prima e dopo la convention con il Coordinamento regionale Abruzzo di Democrazia Costituzionale e i comitati abruzzesi per il NO che hanno segnalato il fatto che «alcuni cittadini che volevano partecipare per ascoltare le ragioni del SI ed eventualmente fare qualche domanda, interloquire e discutere civilmente e serenamente» sarebbero stati bloccati all’ingresso. Il coordinatore territoriale del coordinamento Marco Borgatti ha dichiarato di essere stato bloccato perché compreso in una «lista di 21 nomi di persone non gradite». La questura ha però smentito l’esistenza di questa lista. E lo stesso Borgatti ha poi precisato che «il diniego all'accesso non è stato richiesto dal ministro Boschi».

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