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Pescara, 25/07/2024
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Data: 09/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Referendum, pienone per Boschi e Pera

MOSCIANO Ritta sul tacco 12, Maria Elena Boschi mulina le mani con i palmi aperti verso l'alto, sussulta con la parte superiore del corpo e al posto dello Yes we can rilancia l'urgenza appassionata dell'adesso del reverendo Martin Luther King per infondere alla vasta platea dell'hotel Blu Palace di Mosciano il credo verso il Sì al referendum. E' un crescendo il suo davanti al parterre de roi della provincia di Teramo e al padrone di casa, Giulio Sottanelli, annunciato ieri mattina come prossimo capogruppo alla Camera della nuova formazione Scelta Civica verso i Cittadini per l'Italia. Il rosetano oppone subito il suo Sì al «pantano che i colleghi del No hanno iniziato a creare trenta anni fa: la riforma costituzionale non è di Renzi ma dei 134 parlamentari che l'hanno appoggiata». In mezzo il senatore e attuale presidente del Comitato LiberiSì, Marcello Pera, in sobrissimo completo blu stinto che rammenta come tutto nacque da un articolo di Craxi sull'Avanti in cui si parlava di repubblica presidenziale poi iniziò il lavoro di diverse commissioni, a seguire la riforma del 2001 per quella sbornia federalista che ha permeato il tutto. Pera considera la Costituzione inadeguata sia nella prima che nella seconda parte e perfino l'articolo uno è da rivedere mentre promuove a pieni voti la riforma renziana: «Tra i punti più qualificanti il superamento del bicameralismo perfetto, l'eliminazione delle materie concorrenti ed una migliore legiferazione tra Stato e Regioni per evitare la mole di ricorsi che bloccano anche gli investimenti stranieri». Scaglia diverse frecciate nei confronti di Berlusconi perché non comprende il suo No, soprattutto dopo le battaglie di Forza Italia per le riforme costituzionali: «Così trasformeremo Grillo in un vincente comunque».
E' poi la volta del vice ministro dell'economia Enrico Zanetti a prendere la parola: «La riduzione dei costi della politica superano di gran lunga i fatidici 50 milioni, quella fu la cifra iniziale fatta dalla Ragioneria dello Stato senza che implicasse altre voci molto importanti». Maria Elena Boschi segue concentrata nel suo intervento parte dal fatto che il referendum abbia già raggiunto il suo scopo: «Tutti ne parlano, molti s'impegnano attivamente». Smentisce categoricamente che sia diventata una riforma autoritaria, che sia stata personalizzata da Renzi, che sia addirittura sconveniente per la data del voto (il paese è attrezzato per l'inverno). Si sofferma sulla chiarezza del quesito referendario (Il popolo capisce su cosa va a votare) e boccia l'eventualità di Parisi per un altro referendum, qualora fosse bocciato questo, da preparare in pochi mesi (ci sono persone che da 30 anni ci hanno provato).

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