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Pescara, 25/11/2024
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Data: 12/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Crescita e deficit, Padoan tira dritto la manovra sarà di 24,5 miliardi

ROMA Pier Carlo Padoan tira dritto e conferma che il Pil il prossimo anno crescerà dell'1% e che il deficit pubblico sarà del 2%. Questo grazie ad una manovra da 24,5 miliardi di euro, di cui 22,5 destinati a politiche di crescita. Il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, resta sulle sue posizioni e conferma che c'è «una divergenza di valutazioni» con il governo, ma ha ricordato che quest'ultimo «non è tenuto ad adeguarsi». Il prossimo round si giocherà sulla validazione delle stime del Documento programmatico, quello che il Tesoro dovrà inviare a Bruxelles sabato prossimo. Data la differenza di vedute, il ministro ieri ha dovuto chiarire in Parlamento su quali basi fonda l'aspettativa di una crescita maggiore a quella prevista dall'Authority. Padoan ha risposto dando i primi dettagli della prossima legge di bilancio. Quella che secondo il governo dovrebbe far aumentare il Pil di 0,4 punti, portando la crescita fino all'1%, rispetto ad un andamento tendenziale che altrimenti inchioderebbe le stime ad un più modesto 0,6%.
LE TRE FRECCE
Le tre frecce di Padoan per sostenere il prodotto interno lordo sono la competitività, lo sviluppo e le politiche sociali. Il primo pacchetto ricomprende le misure a sostegno delle imprese, come i super ammortamenti al 140% per l'acquisto di nuovi macchinari e gli iper-ammortamenti al 250% per la digitalizzazione. Il pacchetto industria 4.0, gli incentivi automatici per la ricerca e Sviluppo e la cosiddetta «finanza per la crescita», ossia la detassazione per gli investimenti in obbligazioni delle piccole e medie imprese. Nel 2017 queste misure dovrebbero avere un impatto positivo sul Pil dello 0,1% e avrebbero un costo limitato, solo 347 milioni il primo anno, che però salirebbe a 4,7 miliardi nel 2018. Un altro contributo di 0,2 punti percentuali alla crescita economica arriverà dal pacchetto sviluppo, nel quale saranno inseriti maggiori investimenti in opere pubbliche, come la messa in sicurezza delle scuole e delle strade in chiave antisismica, oltre al rafforzamento del fondo centrale di garanzia e della legge Sabatini per le imprese. Un capitolo sul quale il governo investirà 3,8 miliardi già dal prossimo anno. Infine c'è il capitolo «sociale», indicato anche sotto il nome di «nuove politiche». Dentro c'è l'aumento delle pensioni minime, con il ritocco verso l'alto del 30% delle quattordicesime per gli assegni fino a 750 euro e l'introduzione della mensilità extra per quelli tra 750 e mille euro che oggi non la incassano. C'è il rinnovo del contratto degli statali, che dovrebbe valere 900 milioni, e c'è il «capitale umano», ossia la detassazione dei premi di produzione alzando la soglia del reddito massimo per accedere all'incentivo fino a 80 mila euro e dello sgravio fino a 4 mila euro. Le misure sociali dovrebbero far crescere il Pil di un altro 0,2%, secondo il governo. Ma la spinta maggiore, lo 0,3%, arriverebbe dalla sterilizzazione delle clausole Iva, l'aumento dal 22% al 24% che scatterebbe il prossimo primo gennaio e che il governo sterilizzerà con uno sforzo di oltre 15 miliardi. Come sarà coperta la manovra? Innanzitutto con nuove entrate per 8,5 miliardi: dalla nuova voluntary disclosure, alla vendita delle frequenze fino al pacchetto giochi. E poi con tagli alla spesa e contenimento dei fondi dei ministeri per 2,6 miliardi. Altri 7,2 miliardi sono un mix di maggiori entrate e minori spese non ancora dettagliate.

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