«Il Pd arriverà alle primarie di coalizione con una indicazione forte. Il partito nella riunione di lunedì ha deciso quali sono i passaggi da fare procedendo per step: il programma (con i nodi della variante Sud e del Gran Sasso); la coalizione e le primarie di coalizione». Così parla Stefano Albano all'indomani della riunione fiume di lunedì sera durata fino alla mezzanotte. Basta con dichiarazioni e sproposito e «grilli parlanti» fino alle elezioni, low profile e testa bassa andando diritti alla meta. Dichiarazioni che devono aver fatto irritare il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti che dopo tre ore avrebbe abbandonato la riunione senza intervenire. A parlare invece è stato Giovanni Lolli che ha ribadito la sua intenzione di non candidarsi chiedendo al partito di approdare a una proposta alternativa. Si sarebbe detto pronto comunque ad un sacrificio estremo se il partito non dovesse trovare la quadra. Contro la decisione del vicepresidente della Regione si sarebbe scagliato, invece, il sindaco Massimo Cialente convinto, secondo quanto si apprende, che Lolli e soltanto Lolli potrebbe essere il sindaco della provvidenza per il centrosinistra. La nuova generazione invece guarderebbe con interesse alla discesa in campo di Americo Di Benedetto oppure di Pierpaolo Pietrucci che, come Lolli, non intende mettersi in gioco per le amministrative.
LE STRATEGIE Il sindaco uscente Cialente potrebbe tuttavia comporre una lista di sostegno al sindaco solo se il candidato fosse Lolli. Non si comprende tuttavia quale sia la composizione di tale formazione, se contenga oppure no esponenti del Pd. La coalizione di centrosinistra che si presenta al voto di primavera potrebbe essere composta da una lista del Pd, dalla lista del sindaco uscente in appoggio al candidato primo cittadino (condizionata alla scelta dell'uomo giusto), il cartello di Sel e Rifondazione comunista, una lista di sinistra civica, una lista dedicata al territorio, composta cioè da amministratori e ex amministratori della città territorio (comuni vicini all'Aquila).
LO SCACCHIERE Fortissimi poi i moderati presenti nel cartello con due liste: una espressione delle forze centriste propriamente dette e un'altra lista che potrebbe essere promossa da Marco Fanfani e Giancarlo Vicini composta da socialisti e i transfughi di Italia dei Valori, ossia l'assessore Giovanni Cocciante e i consiglieri Giuliano Di Nicola, Angelo Mancini, Adriano Durante e Marco Cimoroni. Il Pd ambirebbe ad allargare la coalizione anche ad Appello per L'Aquila, tuttavia il corteggiamento finora non sembra aver portato alcun risultato. Sembra peraltro che il leader di Appello, Ettore di Cesare, sia intenzionato a candidarsi di nuovo a sindaco. La scelta del candidato giusto sarà dunque una vera operazione chirurgica: difficile trovare la sintesi vera di un cartello così variegato. Non giova all'unità il clima di divisione dettato dal referendum e da problemi nazionali. Tuttavia, forse solo dopo la consultazione elettorale sarà possibile avere un quadro più chiaro del centro sinistra.
Al di fuori dal centro sinistra, c'è attesa per le mosse del Cinquestelle, curiosità per i candidati civici, fra cui il vicesindaco Nicola Trifuoggi che al momento non ha ancora sciolto il nodo.