SAVONA Paese modello di integrazione o esempio di segregazione che ricorda l’apartheid. Sono le due descrizioni antitetiche date alla decisione del sindaco di un paesino dell’entroterra del Savonese, Calizzano, di invitare i 40 migranti ospitati in un hotel locale a non utilizzare i bus negli orari nei quali gli studenti vanno a scuola. Motivo: sovraffollamento dei mezzi, schiamazzi e battibecchi oltre a episodi spiacevoli con alcune studentesse. «Ho solo cercato una soluzione con le altri parti coinvolte in un contesto difficilissimo per una comunità come la nostra che, pur essendo lontana dai centri di interesse, con servizi limitati e limitati sistemi di sicurezza, si ritrova ad avere una struttura con 40 ospiti. Quindi nessun provvedimento, nessun divieto, ma solo la richiesta, ai profughi, di usare un altro mezzo diverso da quello usato dai ragazzi», si è difeso il sindaco Pierangelo Olivieri, avvocato, che guida una lista civica vicina al centrodestra, sottolineando che l’accordo era per ospitare 24 migranti. Ma le prese di posizione critiche nei suoi confronti non sono mancate, a partire dalla cooperativa il Faggio che gestisce l’accoglienza nell’albergo Lux. «Impossibile essere d’accordo con l’ipotesi della divisione», ha fatto sapere la cooperativa mentre la querelle politica montava e Anci Liguria si schierava in difesa del sindaco. «Calizzano è sempre stato un Comune virtuoso, tra i primi a rendersi disponibile ad accogliere e integrare i migranti, distintosi per questo anche a livello nazionale con premi e riconoscimenti».